Lisbona è la città da visitare nel 2023

La capitale portoghese è un gioiello di colori, sapori e diversità tra passato e presente: ecco che quartieri esplorare, dove dormire, bere un cocktail e fare shopping
Lisbona è la città da visitare nel 2023
Alexandr Spatari - Getty Images

Lisbona è la meta ideale per un weekend o una settimana corta in cui aprirsi a suggestioni cosmopolite

Lisbona non è una città, è un impero. Sembra un'esagerazione ma questa capitale dalle dimensione relativamente ridotte (supera di poco i 100 chilometri quadrati) è l'erede di una civiltà che a un certo punto ha dominato territori da una parte all'altra del mondo. Ancora oggi visitando i suoi quartieri inerpicati su sette colli – come se fosse una Roma iberica –, le sue vie che arrivano fino all'acqua, le sue sponde da una parte all'altra del fiume Tago (uno dei due ponti che le collegano, il 25 aprile, è del tutto identico a quello di San Francisco), ci si sente come catturati da un'identità che è un po' mediterranea, un po' atlantica, ma anche araba, brasiliana, asiatica. 

Lisbona è una città che si è saputa ricostruire più volte. Quella più radicale fu dopo il terremoto del 1755: un cataclisma accompagnato da un maremoto e da un incendio, talmente eclatante da aver ispirato le riflessioni filosofiche di Voltaire, e talmente distruttivo da aver spazzato via quasi tutta la vecchia Lisbona medievale. Sono rimasti i grandi monumenti in stile manuelino (chiamato così dal re Manuel I, che regnò dal 1495 al 1521), una specie di tardo gotico che fonde elementi platareschi, italiani, fiamminghi; il resto è stato riedificato, ricostruito, ripensato: guardandola dall'alto, Lisbona è una distesa di costruzioni che s'abbarbicano sulle pendici collinari, costringendo il turista a scarpinate quasi in verticale che poi scendono poi giù, aprendosi verso le coste. 

Come tante città-porto europee, da Trieste a Marsiglia, Lisbona è ancora aggrappata al suo passato imperiale, marittimo, oltreoceanico (la presenza brasiliana, prima coloniale e ora di vecchia cuginanza, è notevole così come quella degli animi-nemici spagnoli, mentre non mancano altolocati villeggianti francesi e cinesi). La cultura del paese ha lasciato la sua impronta ovunque e in modi che tendiamo a ignorare, dal Giappone (dove i portoghesi insegnarono a friggere, non a caso tempura viene dal latino tempora, e lasciato parole come arigato, da obridago, “grazie”) all'Inghilterra, visto che fu proprio la principessa lusitana Caterina di Braganza a introdurre il rito del tè oltremanica. E se in italiano diciamo “fare il portoghese”, cioè usare un servizio senza pagarlo, è perché nel Settecento tutti volevano entrare alle sontuose feste in cui l'ambasciatore del Portogallo in Vaticano invitava gratuitamente i suoi concittadini, e dunque tutti si fingevano appunto portoghesi per poter assistere al lusso e ai divertimenti.

Ma oggi Lisbona è anche una città proiettata verso il futuro: ovunque i vecchi quartieri commerciali vengono riconvertiti, la street art sbuca a ogni angolo ripensando le questioni di genere, razziali e ambientali (cercate su Instagram l’artista Bordalo II), l'artigianato e il piccolo commercio si rinnovano per sfuggire alle catene internazionali e dare un'impronta locale allo shopping di qualità. Nonostante le attrattive, il rischio qui è che la società invecchi in fretta, e infatti molti giovani portoghesi hanno lasciato la capitale e le altre città in cerca di occasioni all'estero. Nonostante questo, Lisbona è una realtà urbana che interseca passato e futuro, tradizione e ribaltamento delle regole, influenze autoctone e internazionali. Tra bar raffinatissimi e hotel extra-lusso, deliziosi mercatini e situazioni rionali, Lisbona è la meta perfetta per un weekend di inizio 2023, facendosi coccolare dalle temperature mitemente continentali, dalla cucina golosissima e molto speziata, da un popolo che sa essere accogliente e insieme discreto. Queste sono le tappe che non dovete perdere.

La vista

Courtesy of Visit Lisboa

Per godere delle meraviglie e anche delle complessità di questa città un punto di riferimento imperdibile è l'Elevador de Santa Justa, che connette le vie basse del centro, situate nel quartiere di Baixa, con il più elevato Largo do Carmo. Una volta giunti in alto, a fianco di un ex convento che ora ospita il Museu Arqueológico do Carmo, si gode di una vista panoramica su tutta la città. Si può approfittare qui per una pausa alla Casa Portuguesa del Pastel de Bacalhau, negozi onnipresenti in città che rivisitano le classiche crocchette di baccalà con un aggiunta di formaggio filante (golosità su cui i puristi hanno comunque da ridire).

La pasticceria

Courtesy of Visit Lisboa

Se camminare su e giù per la città vi fa consumare troppe calorie è meglio riguadagnarle con una visita a una pasticceria che più storica non si può: fondata nel 1829 la Confiteria Nacional, in Praça da Figueira accanto alla centralissima Praça del Rossio, divenne uno dei punti di riferimento dell'élite lisbonese, in un periodo politicamente molto travagliato. Ancora oggi mantiene il fascino di un tempo, servendo alcuni dei dolci tipici come le azevias ripiene di crema di ceci, i broas realizzati con patate dolci o le rabanadas fritte.

Il museo

Ricardo Oliveira Alves 

Situata nel mezzo di un suggestivo giardino all'orientale di 7,5 ettari e ospitata in un complesso di edifici che esprimono il meglio del modernismo architettonico portoghese, la Fundaçao Calouste Gulbenkian è una delle fondazioni d'arte più ricche al mondo, grazie al lascito del magnate del petrolio di origini armene Calouste Sarkis Gulbenkian. Nelle sale luminose e dall'allestimento minimalista si susseguono tesori inestimabili che vanno dall'arte egizia a quella islamica e cinese, passando dai capolavori pittorici impressionisti agli elaboratissimi gioielli di René Lalique, di cui Gulbenkian fu uno dei più grandi mecenati.

Il cocktail

Francisco Nogueira

Sospesa tra passato e presente, Lisbona ha una frizzante vita che si articola attorno a bar, ristoranti e café. Per scoprire uno dei più recenti e originali basta recarsi al The Ivens Hotel nei pressi del Barrio Alto, un albergo nuovissimo e pieno di raffinati esotismi: qui è ospitato Rocco, decorato e multisfaccettato ristorante che si articola in un classico gastrobar internazionale, in un Crudo Bar a base di crudité di mare e un ristorante vero e proprio dal menu italiano. Al bancone o sui comodi divanetti si ordinano cocktail che spaziano dal classico al più stravagante (da provare le tante varietà di Negroni). Non può mancare una tappa alla toilette per una Instagram opportunity sorprendente.

L'hotel

Courtesy of Visit Lisboa

La facciata blu dell'hotel Heritage Avenida Liberdade segnala già l'anima duplice di questo albergo situato sulla più frequentata e chic arteria cittadina, la Avenida da Liberdade. Quello che era un palazzo per il commercio del tè nel diciottesimo secolo è stato riconvertito in un hotel contemporaneo dalla spiccata creatività, in cui però sono stati conservati dopo un attento recupero la maggior parte degli arredi originali, a partire dai dettagli in ferro, come alle finestre, che sono l'essenza dell'estetica pombalina, lo stile architettonico impiegato nel Settecento soprattutto nella ricostruzione dopo il grande terremoto.

Il quartiere

Courtesy of Visit Lisboa

Vecchio e nuovo, ancora questo binomio in una delle realtà più vivaci di Lisbona: si chiama LX Factory ed è un complesso che sorge nel quartiere di Alcântara, dove un tempo avevano sede le attività della Companhia de Fiação e Tecidos Lisbonense, la più grande industria tessile del paese, e successivamente altre imprese alimentari e di stamperia. Dopo decenni di chiusura al pubblico, questi spazi sono stati riconvertiti e ora sono sostanzialmente un hub creativo dove si trovano ristorantini, negozi sostenibili, gallerie d'arte, agenzie di comunicazione e altre vivacissime realtà urbane. Da non perdere i dolci di Brigadeirando o la labirintica Livraria Ler Devagar.

Il ristorante

Francisco Nogueira

Il Chiado, tra Barrio Alto e Baixa, è uno dei quartieri più tradizionali e caratteristici della città di Lisbona, da visitare per i suoi negozietti originali e per le sue vie sempre frequentatissime. E anche per fare tappa da Pálacio Chiado, in Rua Alecrim, un raffinato ristorante che serve cucina contemporanea ma memore dei sapori tradizionali locali, nella cornice mozzafiato di un palazzo ottocentesco come pochi se ne visitano liberamente in città, tra affreschi, statue e scaloni. Da prenotare con anticipo.

Il negozio

Courtesy of Visit Lisboa

Non si può lasciare Lisbona senza aver acquistato del tè, che qui chiamano chá, rimanendo fedeli al suono originale della parola che viene dall'India. Perché il tè appunto è la rappresentazione pratica e simbolica di una città che è stata capitale del globo e ha importato in Europa usi che ancora oggi fanno parte della cultura europea. La tappa consigliata è sicuramente la Companhia Portugueza Do Chá, in Rua do Poço dos Negros, scendendo dal Barrio Alto verso il centro città, negozio storico e profumatissimo, dove acquistare tantissime varietà ma soprattutto dove farsi raccontare aneddoti e storie di una città profuma delle mille fragranze del mondo