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La nouvelle vague del rap napoletano

Il loro rap ha la forza del dialetto: una lingua, sincopata e melodica come l’inglese, che sembra fatta su misura per parlare di rabbia e di riscatto. Ecco i nomi più interessanti della scena cittadina, il cui successo è appena cominciato
J Lord 17 anni uno scatto realizzato sul set del videoclip di “Chiagne Ancora” feat. Ghali e Liberato.
J Lord, 17 anni: uno scatto realizzato sul set del videoclip di “Chiagne Ancora” feat. Ghali e Liberato.

Sono giovani e arrabbiati, vengono da quartieri difficili, raccontano la strada e rappano solo in napoletano, una lingua sincopata e melodica come l’inglese: Geolier, J Lord, Vettosi, Enzo Dong, Lele Blade e tanti altri sono le nuove stelle emergenti della nouvelle vague del rap napoletano. 

Il fenomeno ha radici lontane: nel 1984, con Stop Bajon, Tullio De Piscopo creò la prima canzone rap italiana (famoso il refrain “Ma quanno ascimmo fora sarra’ primavera”?). Poi ci furono i successi in lingua partenopea dei 99 Posse, dei Co’Sang, di Clementino, fino ad arrivare a Rocco Hunt, un vero fenomeno che oggi, a 26 anni, firma brani urban e tormentoni estivi, come l’ultimo Un bacio all’improvviso con Ana Mena. 

Geolier: il suo ultimo singolo è “Rap Tutorial (64 Bars)”.

A capire subito che stava succedendo qualcosa di grosso a Napoli, oltre alle major che hanno messo sotto contratto i ragazzi più interessanti, è stato Gigi D’Alessio che a settembre del 2020 ha pubblicato l’album Buongiorno, rifacendo i suoi successi in stile urban, coinvolgendo alcuni giovani rapper napoletani che poi ha portato sul palco dell’ultimo Festival di Sanremo. 

Speranza rappa in casertano, francese e dialetto rom.

Chi sono i nomi emergenti? «A parte Liberato, che negli ultimi anni con la sua identità segreta ha portato l’attenzione di tutti su Napoli, Geolier è una delle prime stelle, ha un groove pazzesco», racconta Ema Stokholma, dj amante del rap campano e voce radiofonica di Rai Radio2 (da poco ha anche pubblicato il singolo Ménage à trois). Da Secondigliano, Emanuele Palumbo, in arte Geolier, 21 anni, un’adolescenza divisa tra scuola e fabbrica, in due anni è diventato una celebrità e ora pubblica per Universal. Altro nome di spicco è J Lord, “il Jay-Z di Napoli”, sotto contratto con Warner: 17 anni, napoletano di origini ghanesi, ha scritto una manciata di singoli azzeccatissimi, duri e in stile americano, come Sixteen e Tanti auguri a me, in cui racconta la sua difficile vita tra strada, adozione e ricerca di se stesso. Si è fatto notare dai grandi e infatti Ghali l’ha voluto come feat. nella sua ultima traccia Chiagne ancora, in collaborazione con, guarda caso, Liberato. Altro giovanissimo è Ganzo, Francesco Coppola, 21 anni: è appena uscito il suo singolo Percoca per l’indipendente Pluggers, in cui mescola rap e tradizione melodica. Menzione a parte merita Speranza, Ugo Scicolone, 35 anni: mamma francese, papà campano, dopo essere cresciuto in Francia in un quartiere dormitorio per operai, va a Caserta a fare il muratore. Nel frattempo rappa in uno strano miscuglio di casertano, francese e dialetto rom e viene notato dal produttore Crookers (che remixa i pezzi di Madonna): in breve il suo Sparalo! diventa una hit. Ora Speranza è in mano alla Sugar, la casa discografica di Caterina Caselli che ha creato il successo di talenti come i Negramaro e Madame, e ha appena pubblicato l’album L’ultimo a morire Deluxe. Si prevedono grandi cose.

FOTO COURTESY PRESS OFFICE.

In apertura: J Lord, 17 anni, uno scatto realizzato sul set del videoclip di “Chiagne Ancora” feat. Ghali e Liberato.

Da Vogue Italia, n. 851, agosto 2021