Parasite: tutto sul film candidato agli Oscar 2020 

La tragicommedia coreana racconta la storia parallela di due famiglie di Seoul - una che conduce un'esistenza misera e l'altra che invece vive nel lusso - e ci pone una domanda: chi sono i veri parassiti della società?
Parasite film

Parasite: dopo la Palma d'Oro l'Oscar 2020, Miglior Film e Miglior Regia

“Una commedia senza clown, una tragedia senza cattivi”: ecco cos’è Parasite, secondo le parole del suo regista Bong Joon Ho. Vincitore della Palma d’oro a Cannes (non era mai successo nella storia del Festival per un film proveniente dalla Corea del Sud) e del Golden Globe, arrivato in Italia a novembre, ha vinto 4 Premi Oscar , Miglior film (secondo caso nella storia, dopo La tigre e il dragone di Ang Lee per un film asiatico) e Miglior film internazionale, Miglior Regia e Migliore sceneggiatura originale. E il 13 esce anche Memorie di un assassino, il secondo film del regista che abbiamo conosciuto per Snowpiercer e Okja (su Netflix), entrambi interpretati da Tilda Swinton.

Un frame di Parasite

La famiglia Kim in un frame di Parasite

Dalla Corea una storia universale

Cos’ha, allora, di tanto speciale questa pellicola da suscitare un interesse globale, tanto inedito quanto strabiliante soprattutto negli Stati Uniti, dove i progetti sottotitolati hanno al cinema vita breve e travagliata? Semplice (come solo la genialità pura sa essere): la storia parla una lingua universale e ciascuno, a modo proprio, ci si riconosce. In scena ci sono due famiglie agli antipodi, entrambe di Seoul: una vive di stenti, in un putrido seminterrato sottoscala (i Kim), l’altra in una reggia superlusso (i Park). Nell’ennesima trovata per sopravvivere i due ragazzi Kim s’intrufolano con false credenziali nell’abitazione dei Park, fingendosi tutor per la loro figlia e dando vita ad una combinazione di situazioni surreali che il regista prega di non spoilerare, “a capo chino”, come aggiunge nella presentazione.

La famiglia Kim

La scenografia è stata curata personalmente dal regista

I due ambienti domestici, dalle piastrelle ai soprammobili, sono stati ideati e meticolosamente organizzati dal regista, costruiti da zero con lo scenografo Lee Ha Jun, che ha inserito persino la muffa dell’alloggio studentesco dove viveva da giovane. Un’operazione visiva senza precedenti, che innesta come personaggi a tutti gli effetti, queste abitazioni e amplifica la domanda del titolo: chi sono i veri parassiti della nostra società?

Basti pensare che persino sugli aerei i ricchi siedono in sezioni separate dei poveri (succede ancora e non solo ai tempi del Titanic), quindi cosa ci rende davvero così diversi, l’estratto conto, alla fine si riflette sulla natura delle nostre scelte. Si arriva così a “questa tragicommedia inarrestabilmente feroce”, come la chiama il regista, “una commedia umana, fortemente imbevuta di contemporaneità”.

In arrivo una serie tratta dal film?

Potrebbe persino diventare una serie in inglese targata HBO: e pensare che Parasite era nato come pièce teatrale e prende spunti dalla vita di Bong Joon-ho, da giovane impiegato come insegnante privato al servizio di una famiglia benestante. Nel film c’è anche un pezzo di Italia: nella colonna sonora c'è anche Gianni Morandi con In ginocchio da te, motivo in più per recuperare un gioiellino che ha già fatto la storia del cinema e non solo al box office.

Leggete anche Cerimonia degli Oscar: le gaffe rimaste nella storia

Leggete anche Keanu Reeves tra i presentatori degli Oscar 2020

Il regista Bong Joon-ho