Buen retiro con vista. Nella spettacolare casa di Rick Owens sul Lido di Venezia

Panorami mozzafiato, superfici a specchio e “memento mori” futuristi. Benvenuti nel rifugio di Rick Owens sul Lido di Venezia. Dove lo stilista lavora, legge e sogna. E indossa lunghi manti di chiffon
rick owens casa venezia
Chris Wallace

Rick Owens e la sua casa sul Lido di Venezia. Che ha arredato con busti futuristi di Thayaht e Bertelli: «Sono come dei teschi, dei memento mori il cui fine è ricordarci che tutto è vanità»

Sul Lido di Venezia l'estate è ormai alla fine. Presto le abbronzate folle vacanziere saranno sostituite da star del cinema calate in laguna per la presentazione dei loro film alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica. Dirimpetto al Palazzo del Cinema, all'Hotel Excelsior, dove, ai tempi della Dolce Vita, i Mastroianni e le Bardot tenevano i loro press day sulla spiaggia, un residente del Lido osserva come il cambio di stagione coincida con uno slittamento in termini di rilevanza: «Tutti passano da “Salve, Mister Owens!” e “Come sta, Mister Owens?” a “E tu chi diavolo sei?”».

Sta scherzando, ovviamente, ma nemmeno un fashion designer del calibro di Rick Owens, che qui si è costruito una casa e, all'epoca della pandemia, ha portato l'attenzione del mondo intero su questo lembo di costa adriatica presentandovi le ultime quattro collezioni della sua maison omonima, può aspettarsi di essere oggetto, durante i giorni del festival, della stessa deferenza riservata, diciamo, a un Mister Clooney. Non che lui sia qui per attirare l'attenzione, bene inteso.

La vista sul Mare Adriatico da una finestra dell'appartamento di Rick Owens sul Lido di Venezia. Foto Chris Wallace.

La fortezza di Superman. Ma in versione balneare

Nel 2014, Owens ha acquistato un appartamento all'ultimo piano di un edificio a pochi isolati dall'Excelsior e lo ha ristrutturato trasformandolo in una versione balneare della Fortezza della Solitudine di Superman. Le piastrelle di ceramica color acquamarina degli anni Settanta sono state sostituite con ampi pannelli di pietra bianca siciliana, la cucina è stata ridotta a uno spazio grande quanto basta a contenere un frigorifero e una macchina per il caffè espresso così da fare largo a una palestra, mentre i bagni sono stati rivestiti di un cupo marmo color onice. In pratica, tutto ciò che rimane del vecchio appartamento è la vista a 360 gradi sul mare, sulla laguna e su Venezia stessa di cui si gode dall'ampia terrazza in marmo.

Rick Owens ritratto sulla terrazza del suo appartamento. Foto Chris Wallace.

Chris Wallace

La credenza a specchi della cucina, con bicchieri di cristallo e posate dal manico d'osso. Foto Chris Wallace

Il bagno padronale, con una panca in pietra siciliana. Foto Chris Wallace

Allenamento in terrazza.

Una passione per il Futurismo. E i memento mori

Nell'area aperta che funge da soggiorno, sala da pranzo, studio e ufficio, un busto di Filippo Tommaso Marinetti, il fondatore del Movimento Futurista, un'opera di Thayaht (che, per la cronaca, è anche l'inventore della tuta), è testimone di conversazioni, momenti di lettura e di lavoro. Una sorta di memento mori modernista, come lo descrive Owens. «Sono sempre stato affascinato da quella corrente», dice, «perché, all'inizio, il Movimento Futurista italiano era utopico. E, in qualsiasi genere di movimento utopico, le intenzioni sono sempre onorevoli, in principio, e poi inevitabilmente degenerano». Un altro busto futurista, opera di Renato Bertelli, è collocato su un mobile del bagno padronale. «È la storia della vita», dice Owens, «dell'aspirazione, del fallimento e del rinnovamento. Penso ai busti come a teschi, dei memento mori il cui fine è ricordarci che tutto è vanità».

Su uno scaffale della libreria, una targa con il nome del progetto artistico di Michele Lamy, moglie di Rick Owens. Foto Chris Wallace

Un busto futurista di Renato Bertelli nel bagno padronale. Foto Chris Wallace

Opera di Thayaht, il busto di Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del Movimento Futurista italiano, domina lo spazio aperto adibito a soggiorno, sala da pranzo, studio e ufficio. Foto Chris Wallace.

Foto Chris Wallace.

Chris Wallace
Specchio delle mie brame

Gli faccio notare che, sebbene la sua palestra tutta specchi possa facilmente essere scambiata per una sorta di tempio della vanità, in realtà è vero esattamente il contrario. «Si vedono tutti i difetti», conferma lui sorridendo, come se ci fossero dei difetti da vedere riflessi nelle pareti. Allenandosi qui ogni giorno, Owens è in quella che lui stesso considera la forma migliore della sua vita, il che è tutto dire. Ma se la sua dedizione ai pesi e al lavoro può apparire di un rigore implacabile, le sue intenzioni durante le estati che trascorre in questo appartamento sono di tutt'altro tenore. Viene qui per giocare, sdraiarsi sulla spiaggia e crogiolarsi nel mare tiepido e placido, per leggere, sognare e fare progetti. Oltre, ovviamente, che per divertirsi a indossare un manto di chiffon di seta. 

Il senso di un'estetica austera

Forse questo appartamento, largamente ispirato al “Cabanon”, la casa sulla spiaggia di Le Corbusier, non è tanto una fortezza quanto una cornice. È possibile che l'estetica austera cui Rick Owens ha improntato la sua casa a Venezia, disseminandola di levigate superfici marmoree e di arredi essenziali, abbia lo scopo di tenere lontane le distrazioni e favorire la concentrazione. Ma questo ambiente così minimale è sicuramente anche una tela su cui tracciare i contorni di una vita vissuta splendidamente.