Sofia Coppola e Virginie Viard: storia di un'amicizia

La grande regista americana e la couturier di Chanel si raccontano in questa conversazione inedita. Dallo stage con Karl alle ultime collaborazioni con la Maison. Tra ricordi, considerazioni, pensieri
Sofia Coppola e Virginie Viard storia di un'amicizia
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Sofia Coppola e Virginie Viard: intervista doppia

Vogue: Virginie, come e quando hai conosciuto Sofia?
Virginie Viard. Negli anni ’80, Sofia ha lavorato come stagista accanto a Karl Lagerfeld nel Fashion Creation Studio di Chanel. Ho sempre amato i suoi film e ci siamo incontrate in diverse occasioni, alle sfilate e agli eventi organizzati dalla Maison. Abbiamo iniziato a lavorare insieme durante la preparazione della mostra Mademoiselle Privé, allestita a Tokyo qualche anno fa, per la quale Sofia aveva realizzato un video collage di materiali d’archivio, un tributo a Gabrielle Chanel. Questo è stato l’inizio non solo della nostra collaborazione, ma anche della nostra amicizia.

Sofia, quando hai scoperto Chanel? Riesci a ricordare la prima volta in cui hai indossato un capo della Maison?
Sofia Coppola. È probabile che il nome abbia iniziato a significare qualcosa per me quando ero adolescente e ho cominciato a sfogliare le riviste di moda. Ma la vera scoperta del mondo Chanel è avvenuta poco dopo, durante lo stage. Quanto al mio primo capo, è stato una giacca di pelle con bottoni dorati. Mi faceva sentire così eccitata e orgogliosa, la trovavo incredibilmente sofisticata. Mia madre era un’artista hippie, quindi non sono cresciuta vedendola sfoggiare borse Chanel.
Parlami del tuo stage. Qual è la cosa che ti è rimasta più impressa?
Sofia Coppola. All’epoca avevo 15 anni e vivevo nella Napa Valley, in California, in una piccola città di campagna che, non esistendo ancora Internet, era molto isolata, lontanissima dal mondo della moda e dall’Europa in generale. Quando mi sono trasferita a Parigi, mi sentivo improvvisamente al centro del mondo. Ero al settimo cielo. Adoravo gironzolare per lo studio, che a quel tempo era pieno di vita. Ricordo le modelle che andavano e venivano: Marpessa Hennink, Inès de la Fressange e poi la mia preferita, Veronica Webb, che era divertente, oltre che molto graziosa, e indossava sempre una giacca Chanel con jeans strappati. Pensavo fosse la più cool. Mi ricordo anche di Victoire de Castellane, che seguiva la gioielleria, e poi di Gilles Dufour, che si occupava degli accessori, oltre a essere il braccio destro di Karl. È stato lui a prendermi sotto la sua ala. Ma anche Karl era estremamente gentile. È stato incredibile vedere una collezione iniziare a prendere forma attraverso i suoi schizzi per poi tradursi in realtà e infine sfilare in passerella, mentre noi stagisti davamo una mano nel backstage.

Sofia Coppola e Virginie Viard alla cena pre-Oscar di Chanel al Beverly Hills Hotel, nel marzo 2022

Cosa ti piace in particolare della visione creativa di Virginie e del modo in cui porta avanti la direzione artistica di Chanel? Qual è la tua opinione su questa collezione Métiers d’art? Come ti fanno sentire gli abiti?
Sofia Coppola. Apprezzo il fatto che Virginie conosca a fondo la storia della Maison e dimostri così tanto amore e rispetto per Chanel e l’eredità di Karl, oltre che per i codici del brand, che lei reinterpreta in chiave moderna. Credo che sia proprio il suo essere donna e il fatto che indossi quello che disegna a rendere questi abiti a un tempo portabili e chic, così informali, per niente ingessati, nonostante la loro squisita fattura. Sono esattamente come lei. E poi è divertente guardarla vestire le ragazze, si vede che le piace molto.
Virginie Viard. Per quanto mi riguarda, adoro il modo in cui Sofia indossa Chanel. Non c’è collezione che non le stia bene. Noto che le piace cambiarsi più volte al giorno, passare da una creazione Haute Couture a un capo della collezione Métiers d’art, quindi a un abito ricamato... Più sono sofisticati, più ama indossarli.

Com’è nata l’idea della collaborazione per Métiers d’art?
Sofia Coppola. Stavo spiegando a Virginie quanto io ami il classico Chanel e lei mi ha chiesto di collaborare ai set e alla presentazione della collezione 2020. Per me è stato un sogno essere di nuovo in studio con Virginie e il suo team.

Maglioncino ricamato e top di voile di seta, gonna di lana e voile di seta, cintura gioiello, Mary-Janes di pelle con dettagli gioiello. Orecchini di metallo, strass e vetro, bracciali in oro giallo e in oro bianco e diamanti, orologio in oro e pelle. Tutto Chanel.

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Tu vieni dal mondo del cinema: com’è lavorare per la moda? Le due industrie sono strettamente collegate, ma la tua prospettiva è probabilmente diversa.
Sofia Coppola. In realtà, non c’è una grande differenza, nel senso che in entrambi i casi si lavora insieme a un team per creare un’atmosfera e una storia. Per me, tuttavia, è più facile, perché io amo la moda. Inoltre, collaborare con Chanel mi permette anche di prendermi una pausa dal mio solito lavoro.

Virginie, come descriveresti il gusto e la visione estetica di Sofia? E come si rapportano ai tuoi?
Virginie Viard. Sofia coglie perfettamente lo spirito della Maison, ma, al tempo stesso, lo filtra attraverso la sua particolare sensibilità. Lei e io condividiamo il medesimo interesse per la figura di Gabrielle Chanel, è come se scoprissimo sempre qualcosa di nuovo su di lei. Sofia adora le donne e riesce a infondere a tutto quello che fa il suo peculiare tocco femminile. Mi piace vedere Chanel attraverso i suoi occhi. Per la sfilata Métiers d’art del 2019, volevo rendere omaggio all’indirizzo emblematico di Chanel, il numero 31 di rue Cambon, a Parigi – è qui che lavoriamo ogni giorno, fra lo studio e gli atelier –, e così ho chiesto a Sofia di creare il set della sfilata. Lei ha ricostruito l’appartamento di Gabrielle Chanel e i saloni dell’Haute Couture all’interno del Grand Palais. Nel 2021 abbiamo lavorato di nuovo insieme per la sfilata Haute Couture autunno/inverno 2021-2022, e Sofia ha realizzato il fantastico cortometraggio in cui la modella e attrice Margaret Qualley svelava in anteprima alcuni dettagli della collezione e mostrava il savoir faire degli artigiani che lavorano nei nostri atelier, per aprire, infine, le porte della location del défilé, il Musée de la Mode de la Ville de Paris, al Palais Galliera.

Virginie, le19M costituisce qualcosa di assolutamente unico, una struttura che ospita, nell’angolo nord-est di Parigi, un’incredibile costellazione di eccellenze produttive, il meglio del savoir faire francese. Quanto è stato importante questo progetto per te e perché hai voluto riunire tutti gli atelier sotto lo stesso tetto?
Virginie Viard. Le19M è stato progettato dall’architetto Rudy Ricciotti come uno spazio ampio, aperto, con un giardino, deliziosi vialetti e una facciata ornata da fili di cemento bianco. Amo il contrasto fra questa architettura moderna e gli antichi strumenti che si trovano al suo interno. È un luogo così stimolante, la luce ha una qualità particolare, e poi, al centro del complesso, c’è quella meravigliosa “foresta urbana”. Sono stata qui diverse volte dopo l’apertura, per incontrare gli artigiani di Lesage, Lemarié e Montex, con cui collaboro da molto tempo. Undici delle Maisons d’art partner di Chanel sono ora riunite qui, comprese le ricamatrici di Lesage e Montex, gli orafi di Goossens, i cappellai di Maison Michel, gli artigiani delle piume di Lemarié, i plissettatori di Lognon e i maestri calzolai di Massaro. In questa sede trovano l’ambiente ideale per sviluppare le loro idee, fare ricerche... Inoltre, sono ancora molto vicini a noi, allo studio e agli atelier Chanel, un fattore importante per mantenere aperto il nostro dialogo creativo.

Giacca e gonna di tweed ricamate di paillettes, Mary-Janes di pelle lucida, orecchini in oro bianco e diamanti, orologio in acciaio con diamanti e anello in oro bianco e diamanti. Tutto Chanel.

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La collezione 2021-2022 Métiers d’art di Chanel è stata presentata lo scorso dicembre presso le19M. In che modo l’edificio ha ispirato la creazione dei capi?
Virginie Viard. Per la nuova collezione Métiers d’art abbiamo voluto guardare a queste realtà artigianali da un punto di vista contemporaneo. Dopo tutto, sono attività più vive che mai, praticate da molti giovani di talento. Le silhouette di questa collezione hanno un carattere metropolitano, ma anche raffinato, sofisticato. Ho chiesto a Lesage e Montex di sviluppare dei ricami che evocassero l’architettura dell’edificio e la luce che filtra attraverso la facciata nelle diverse ore del giorno. Montex ha optato per una soluzione molto grafica in paillettes argentate, mentre Lesage ha realizzato le tasche di un lungo cappotto e un piccolo gilet nei toni del bordeaux e del bronzo con un nastro fatto di fili d’oro, da indossare sotto un ampio e spesso maglione grigio. Mi piace questo gioco di contrasti. C’è anche un top con un ricamo di piccole camelie ispirato a un’opera d’arte esposta su una parete degli atelier Lemarié.

Cosa si prova nel visitare gli atelier di le19M?
Virginie Viard. Si avverte una grande energia, un senso di vitalità, è come trovarsi all’interno di un’università o di un campus. C’è anche una galleria espositiva, dove abbiamo allestito la rassegna dedicata a Métiers d’art 2021-2022 e che ora è lo spazio ufficiale riservato alle mostre. Tante persone vengono qui, alcune per ragioni di lavoro, altre semplicemente per fare un’esperienza diretta di questo savoir faire eccezionale.

Sofia, quale sensazione ti dà vedere questi artigiani al lavoro?
Sofia Coppola. Quando osservi queste persone cucire una piuma alla volta e scopri quanto lavoro c’è dietro ogni singola camelia, capisci il reale valore del prodotto finale. Sono anche rimasta piacevolmente sorpresa nel vedere tanti giovani lavorare negli atelier. È la prova che queste attività artigianali non sono affatto in via di estinzione. E Chanel ha il merito di aver contribuito a mantenerle vive.

In apertura. Abiti CHANEL, collezione Métiers d’Art. Accessori e gioielli CHANEL, CHANEL FINE JEWELLERY e CHANEL WATCHES.
Giacca e gonna di tweed, collane di strass, perline di vetro, pelle, resina e metallo, orecchini in oro bianco e diamanti.

Foto di Craig McDean
Styling di Dena Giannini