Sophia Loren, l'Oscar del 1962 e l'abito da red carpet che non indossò mai

Sophia Loren non ritirò l'Oscar sul palco degli Accademy Awards. Tre mesi dopo però le dedicarono un party esclusivo per la vittoria della statuetta come migliore attrice protagonista
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Keystone

Sophia Loren vinceva l'Oscar 62 anni fa per La ciociara: ricevette la notizia a casa e non andò a ritirarlo. L'abito che non indossò sul red carpet e il motivo dell'assenza

Era il 9 aprile del 1962 - 62 anni fa esatti - quando Sophia Loren entrava nella storia del cinema aggiudicandosi il Premio Oscar come Miglior attrice protagonista per La ciociara (1960) di Vittorio De Sica: era la prima volta in assoluto che l'Academy conferiva tale riconoscimento ad un’interprete di un film non recitato in inglese (il 21 marzo 1956, Anna Magnani vinse l'Oscar per La rosa tatuata di Daniel Mann, ma la pellicola era americana). Per Sophia, che all’epoca aveva 27 anni, fu la consacrazione: quella statuetta le aprì le porte di Hollywood facendola entrare per sempre tre le più grandi stelle della settima arte.

Archive Photos/Getty Images

Sophia Loren e l’Oscar a casa

La Loren ricevette la (inattesa) notizia alle 6.39 del mattino, quando squillò il telefono della sua casa di allora, a Roma, a Palazzo Colonna, dove viveva con Carlo Ponti (che produsse il film). Dall’altra parte della cornetta, direttamente dalla sede della cerimonia - a Santa Monica, al Civic Auditorium - fu Cary Grant a comunicarle la vittoria. Lacrime, commozione, gioia. Sophia Loren, in vestaglia, ricevette l’inviato della RAI Lello Bersani: “se non mi sento male in questo momento non mi capiterà mai più nella mia vita, ancora debbo realizzare nella mia mente che ho guadagnato l'Oscar, poi forse scoppierò in un pianto dirotto” dichiarò al microfono del cronista. In quella storica 34ª edizione degli Academy Awards, condotta dal comico Bob Hope, a ritirare il premio di Sophia (“non ero andata perché mi ero detta: se vinco svengo, e allora tanto vale svenire a casa”, ricorderà in seguito l’attrice) fu la collega britannica Greer Garson, chiamata sul palco da Burt Lancaster.

Greer Garson con l'Oscar come Migliore attrice protagonista ritirato per Sophia Loren

Jack Albin

I festeggiamenti italiani arrivano qualche ora più tardi: Sophia, insieme al marito Carlo Ponti, il co-produttore Goffredo Lombardo e la moglie, la sorella Maria e la madre, si riuniscono in un ristorante romano in via Veneto. Per l'occasione sceglierà un semplice little black dress dalla linea ad “A” e una lunga collana di pietre scure annodata al collo come un choker.

Sophia Loren con l'Oscar

Hulton Archive

Sophia Loren festeggia a Roma in un ristorante di via Veneto

Keystone-France

L'abito che non indossò sul red carpet

La notizia dell'Oscar, come abbiamo anticipato, arrivò alle prime ore della mattina mentre era in vestaglia: ed è proprio in déshabillé che accolse fotoreporter, giornalisti italiani e internazionali (che attendevano con trepidazione la notizia sotto casa sua). Bisognerà aspettare il 26 luglio del 1962 per vederla con un abito da red carpet e la statuetta in mano: il produttore cinematografico americano Joseph Edward Levine e il vicepresidente dell'Academy Geoffrey Scurlock dedicheranno una festa in suo onore, vista l'assenza alla cerimonia originale. Sarà proprio questa l'occasione per indossare un meraviglioso abito di pizzo nero e un collier con gemme colorate taglio cabochon firmato Bulgari (foto in apertura).

Il film e la scena cult

A convincere tutti fu la sua intensa interpretazione di Cesira, una giovane vedova che, nell’estate del 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale, lascia Roma insieme alla figlia tredicenne, Rosetta (interpretata da Eleonora Brown, che venne scelta a discapito di Raffaella Carrà, che si presentò al provino ma che era ormai troppo adulta per quel ruolo). Le due donne (come recita il titolo tradotto per l’estero, Two women) cercano di raggiungere la Ciociaria, in particolare il borgo di Sant'Eufemia, vicino al suo paese natale di Cesira, Fondi (Latina). È qui che la protagonista incontra – e si innamora, ricambiata – del tormentato Michele (Jean-Paul Belmondo), un giovane intellettuale antifascista che sarà poi preso e fucilato dai soldati tedeschi. Con l’arrivo degli Alleati, Cesira e Rosetta ripartiranno per Roma ed è proprio lungo il tragitto che si consumerà il dramma simbolo della pellicola: madre e figlia saranno stuprate da un gruppo di soldati marocchini dell’esercito francese. La sequenza in cui Cesira tenta invano di scagliare delle pietre contro i violentatori, è straziante e non si cancella. Rosetta uscirà da questa indicibile esperienza totalmente sconvolta, e nulla potrà Cesira per riavvicinarsi a lei. Solo la triste notizia della morte di Michele scioglierà la distanza tra le due donne, inevitabilmente unite in mezzo a tanto dolore.

La ciociara

John Springer Collection

Al posto di Anna Magnani

Il soggetto del film è un adattamento di Vittorio De Sica e Cesare Zavattini, dall'omonimo romanzo scritto nel 1957 da Alberto Moravia, un potente ritratto femminile che la Loren interpretò con grande partecipazione d’animo, conferendo al suo personaggio non solo la sua consueta e naturale bellezza, ma anche uno spirito battagliero e coraggioso. Inizialmente Carlo Ponti pensò a lei per interpretare Rosetta, affidando la parte di Cesira ad Anna Magnani che però rifiutò (non voleva la Loren come figlia, anche per motivi di statura) e suggerì a Vittorio De Sica di scegliere al suo posto Sophia Loren che all’epoca aveva 25 anni. Così Zavattini rimaneggiò la sceneggiatura, “ringiovanendo” Cesira (che nel romanzo di Moravia aveva 50 anni) e permettendo a Sophia non solo di vincere l’Oscar, ma anche la Palma d'oro a Cannes, il BAFTA, il David di Donatello e il Nastro d'argento. Era diventata la nuova icona del cinema italiano nel mondo, un’attrice che l’Academy premierà nuovamente nel 1991, con il riconoscimento alla sua splendida carriera.

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