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Moda etica: le collezioni Made in Banlieue di Mossi

Così definisce il suo prêt-à-porter Mossi Traoré: «Le periferie fervono di talenti», spiega. E lui ha in mente un progetto per valorizzarli
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Blazer e pantaloni in crêpe, Mossi A/I 2021-22. La stampa a motivi neri è frutto della collaborazione con l’artista coreano Lee Bae, i cui dipinti incorporano carbone allo stato grezzo.COURTESY OLESYA SHILKINA.

Può chiamarsi vincitore, visto che si è aggiudicato il premio Pierre Bergé all’Andam 2020 a solo un anno dalla fondazione di Mossi, il suo brand. Eppure, Mossi Traoré si vede come primus inter pares di una comunità creativa che, a Villiers-sur-Marne, firma un prêt-à-porter da lui definito “Made in Banlieue”.

«Le periferie fervono di talenti», spiega il designer parigino di origini maliane, protagonista di Vogue Talents Febbraio 2021, «e penso che valorizzarli sia un mio compito, io sono cresciuto all’ombra di condivisione e aiuto tra abitanti dello stesso quartiere. Credo poi che la moda debba avere un impatto sociale: grazie a essa posso promuovere l’integrazione, lo si vede nel mio team, composto da persone di culture, lingue e religioni distinte». Figura di riferimento del brand è non a caso «Leila Janah, che con le sue idee imprenditoriali ha combattuto la povertà in Africa».

Mossi Traoré era alla ricerca di collaboratori disposti a lavorare per un brand emergente, con pochi mezzi, e ha intuito che la strada giusta era «la creazione di una scuola di alta moda gratuita e aperta a tutti, Les Ateliers Alix, un nome che omaggia Madame Grès. Accogliamo giovani, e non, motivati dalla passione e dal desiderio di lavorare nella moda che provengono da ogni parte del mondo, dalla Guyana francese al Tibet. Non offriamo solo lezioni, ma un vero supporto a 360°, che comprende anche corsi di francese e aiuto per trovare una sistemazione; io stesso incontro ogni anno i genitori per far capire loro che devono credere nei figli. E con i contatti costruiti nel corso del tempo, cerco di offrire agli studenti esperienze di stage negli atelier».

Presentata alla settimana della moda di Parigi, la collezione Mossi A/I 2021-2022 è una rapsodia in black and white frutto di uno studio sulla tintura con il carbone, per la quale il designer ha collaborato con l’artista coreano Lee Bae. Network e condivisione sono le parole chiave dei capi architettonici, ricchi di pieghe e asimmetrie, del brand, conosciuto anche per la sua energia positiva: «Non voglio che le nuove generazioni abbandonino i loro sogni. Anch’io ho attraversato momenti difficili: quando la mia prima collezione è stata rubata alla vigilia della presentazione, ho continuato a sorridere», dice, e conclude: «Ho la fortuna di vivere di un lavoro bellissimo in una comunità creativa multiculturale, come posso non essere ottimista? Lo devo anche a Dio, dal quale sarò giudicato per i talenti che avrò saputo usare, per il duro lavoro fatto e per ciò che avrò condiviso».

In apertura: blazer e pantaloni in crêpe, Mossi A/I 2021-22. La stampa a motivi neri è frutto della collaborazione con l’artista coreano Lee Bae, i cui dipinti incorporano carbone allo stato grezzo.

Da Vogue Italia, n. 847, aprile 2021