Vacanze troppo lunghe per i bimbi? Occhio alla perdita di apprendimento

Qualcuno si lamenta per i compiti estivi, ma un periodo prolungato di inattività a livello intellettuale e di apprendimento può portare al fenomeno del summer learning loss ovvero della perdita di apprendimento del periodo estivo. Perché tre mesi senza toccare libri, fare esercizi di calcolo, scrivere un pensiero oppure eseguire un ragionamento sono davvero tanti.

La ricerca dedicata all’estate

A segnalare il problema, chiamato dagli esperti anche “Summer slide”, sono i ricercatori di Save the Children e Fondazione Agnelli, che hanno realizzato un policy brief intitolato “L’estate è arrivata... e i bambini?”, in cui a partire dai dati dell’estate 2022 si sono interrogati sulle vacanze estive e sulle loro conseguenze.

La loro analisi sembra confermare una delle maggiori preoccupazioni degli insegnanti italiani, che temono di ritrovarsi a settembre, alla ripresa delle lezioni, con alunni demotivati, che non riescono più a concentrarsi e che hanno dimenticato gran parte degli apprendimenti raggiunti a livello linguistico ma anche logico-matematico.

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La perdita di apprendimento

“Il tema della perdita di apprendimento determinata da lunghi periodi di inattività educativa non è nuovo" – hanno sottolineato gli autori del report - "ma è diventato centrale nel dibattito pubblico dopo il Covid-19. Come evidenziato dalla letteratura, i periodi di interruzione della scuola concorrono alla perdita di apprendimento e competenze da parte di studenti e studentesse, in particolare, per chi proviene da famiglie svantaggiate dal punto di vista socioeconomico, per gli studenti con disabilità e con BES (ovvero i bisogni educativi speciali)".

Un problema diffuso

Certo non si tratta di un problema solo italiano, visto che il fenomeno è stato osservato anche in altri Paesi europei. In base a diversi studi, a qualunque latitudine gli studenti che non svolgono attività stimolanti a livello educativo durante le vacanze possono subire perdite significative nelle diverse aree di apprendimento, che appaiono pesanti soprattutto nei primi anni di scuola.

La famiglia conta

Anche l’ambiente familiare incide, con i piccoli di famiglie svantaggiate che risultano più penalizzati, visto che hanno minori possibilità di accesso a risorse educative durante le vacanze. Insomma, dove ci sono meno opportunità educative durante le vacanze, gli studenti sono più a rischio di learning loss. Solo che chi rimane indietro in estate, poi fatica a recuperare e secondo le ricerche può avere conseguenze a livello fisico e socio-emozionale.

Sollecitazioni e progetti

L’indicazione della ricerca è quella di invitare i bambini e i ragazzi a compiere attività stimolanti anche nel periodo estivo, per evitare di ritrovarsi a settembre con una “partenza” in salita. Anche se purtroppo non tutti i minori hanno la possibilità di frequentare centri estivi che garantiscano occasioni di svago, socializzazione e apprendimento o di andare in vacanza con i genitori.

Qualche soluzione esiste

Save the Children e Fondazione Agnelli hanno lanciato in territori svantaggiati il progetto Arcipelago Educativo, che dal 2020 promuove iniziative per consolidare le competenze, le relazioni tra pari, l’inclusione e il benessere psicofisico degli studenti. Anche il Ministero della Pubblica Istruzione e del Merito promuove il Piano Estate che vuole offrire corsi e lezioni estive per i bambini delle famiglie meno avvantaggiate.

Caterina Belloni

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