Angelica: «Ho attraversato il buio e il dolore, ma ora sono finalmente libera»

La scomparsa del padre, le insicurezze del passato, i problemi con Morgan: la cantautrice è tornata - con il terzo album - e guarda solo al presente. A cominciare dall'«oasi felice» che divide col compagno Calcutta a Bologna
Angelica Schiatti l'intervista la scomparsa del padre le insicurezze i problemi con Morgan
So Heil Raheli

Le mille vite di Angelica, all'anagrafe Angelica Schiatti, stanno tutte dentro 11 tracce. Sconosciuti Superstar, per Factory Flaws, distribuito da The Orchard, è il suo terzo album ma è soprattutto un «album curativo». C'è dentro la rabbia, il dolore, il buio e la risalita.

Lei quando si è sentita sconosciuta e quando superstar?
«In passato ho provato entrambe le situazioni, e spesso ho provato uno squilibrio tra le due che ho tentato di compensare, in un senso o nell'altro. Ero solita passare dai picchi di felicità alla peggiore versione di me stessa. Poi a un certo punto ho capito come fermare il mondo e soprattutto come fermare me stessa. Non c'è stato un particolare momento di rottura, ma pian piano ho rallentato. Tutto questo ha coinciso un po' con la pandemia, ho iniziato a praticare l'ascolto, col cuore aperto. E a questo disco ho lavorato per tre anni».

L'ha scritto soprattutto a Bologna, nella casa che divide col suo compagno Calcutta.
«Mi sono chiusa nella mia piccola oasi felice, che è casa. Lì abbiamo uno studio, abbiamo potuto registrare tutte le voci in maniera professionale, abbiamo lavorato insieme con Edoardo e con Pietro Paroletti per ore e ore. Abbiamo seguito l'onda. Per me è stato un processo curativo che mi ha permesso di entrare in contatto con le emozioni che mi facevano tanta paura perché temevo di non essere in grado di gestirle».

Lavorare col suo compagno è stato difficile?
«No perché non siamo partiti da zero, era già successo in passato. Alle mie mani si sono unite le mani delle persone di cui mi fido, con cui c'è un rapporto personale molto forte. È stato un po' come cucinare insieme. Ti fidi, c'è qualcuno che aggiunge un po' di sale, qualcun altro che controlla. È stato bello».

C'è un brano a cui sente di essere più legata?
«Li sento tutti molto miei, ma non posso non citare Bye Bye. Questa canzone l'ho scritta per mio padre, parla di lui, e adesso che l'ho perso da poco la sento ancora di più dentro di me. Riascoltarla, in questo periodo, mi ha aiutato ad attraversare il dolore, le emozioni».

Lei ha iniziato a fare musica ormai molti anni fa. Da giovane donna pensa sia stato più difficile?
«Rispetto a quando ho iniziato io, credo che la situazione oggi sia migliorata. Provo a vedere il bicchiere mezzo pieno. E ricorderò sempre un momento molto bello, quando Levante mi ha invitato sul palco dell'Arena di Verona e insieme abbiamo cantato Gesù Cristo Sono Io, che è stato un bellissimo momento di unione e di potenza al femminile. Al di fuori, invece, si continua a fare molta fatica. C'è ancora tanta discriminazione, ci sono tanti pregiudizi e scarsa fiducia. In passato mi è anche capitato di avvicinarmi alle persone sbagliate, e poi mi è successo di essere screditata, umiliata».

Sta parlando di quello che è successo con Morgan (accusato di stalking e diffamazione per fatti avvenuti nel 2020, ndr)?
«Anche. Quella vicenda sta andando avanti nelle sede opportune. Il punto però è che quando ti screditano, la tua fiducia crolla. Se una persona ti fa il lavaggio del cervello, ti dice che non sei in grado poi rischi di crederci. Oggi per fortuna si parla molto di più dell'importanza della salute mentale, è come se non ci fosse più lo stigma, il tabù di dimostrarsi fragili».

Lei ha mai avuto questa paura?
«No, assolutamente. Mi pago da sola la psicologa da 15 anni. E oggi finalmente, grazie anche a questo disco, mi sento libera. Finalmente faccio a modo mio e sono felice di essere dove sono. Per sentirmi viva ho avuto bisogno di liberarmi di tutte quelle insicurezze che mi appesantivano. In passato sono stata manipolata, oggi non lo permetterei più. Ho capito che sono in grado di superare e di sopportare molto più di quello che pensavo. Gli esseri umani sono davvero forti e resilienti».

Per questo disco ha anche cambiato colore di capelli.
«Oggi guardo la mia immagine e dico “ok, va bene così”. In passato non mi succedeva spesso. Adesso mi guardo allo specchio e a volte non mi riconosco, altre sento di essere proprio io. È una bella sensazione».