«Ho provato la respirazione ovarica alchemica per immagazzinare l’energia sessuale ed ecco che cosa mi è successo»

Avevo già scritto a proposito della respirazione ovarica, questa antichissima pratica taoista - che si dice sia in grado di allungare la vita e rendere più giovani - ma provarla è tutta un’altra cosa. Tra corolle di fiori e animali affettuosi, ecco come sono entrata nel profondo di me stessa, scoprendo qualcosa che ancora non sapevo
Portrait of a woman breathing fresh air
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La sveglia è molto presto, appena in tempo per vedere il sole sorgere sul mare, davanti al golfo di Olbia. Lo contemplo comunque in lontananza, da sopra le colline che si tuffano nell’acqua: è qui che sorge il centro L’incontro, 18 ettari di natura incontaminata, ricca di boschi e grotte native, nel cuore della Gallura, con vista sull'isola di Tavolara, un luogo in cui Daniel Lumera, biologo naturalista ed esperto di pratiche legate al benessere, insieme al gruppo di allievi storici di meditazione, sta creando un polo dove arte, scienza e spiritualità possano dialogare liberamente per generare bellezza e consapevolezza, un luogo d’incontro, appunto.

Sono qui per partecipare a uno dei primi ritiri di meditazione organizzati in questo posto, che già trasuda tutta la magia e la potenza della terra di Sardegna: tutt’intorno è circondato da sugheri, olivi e querce ultrasecolari, rocce millenarie che creano grotte naturali, macchia mediterranea, intrisa di profumi e leggende.

È qui, nello spazio definito «cerchio del grano», che appena dopo l’alba ci aspetta Felicia Cigorescu, esperta di energia femminile e di pratiche di benessere millenarie, come la respirazione ovarica, che andremo a praticare insieme, una tecnica di meditazione e respirazione taoista, che consente di sublimare l’energia sessuale, per trasformarla in «benzina» per migliorare le condizioni di salute della propria zona genitale e non solo, ma anche per incrementare lo stato di lucidità e concentrazione mentale, a favore della creatività e della vitalità.

«Per questo, amo definirla respirazione alchemica: è vero che l’energia utilizzata è quella immagazzinata nelle ovaie, ma poi grazie alle visualizzazioni e all’immaginazione, possiamo farla salire fino al chakra della corona, consentendoci di connetterci al Divino – spiega Cigorescu – Inoltre, è possibile declinarla anche al maschile, immaginando di utilizzare l’energia stipata nei testicoli».

E difatti, la pratica cui siamo invitate non richiama solo le donne partecipanti al ritiro, ma anche gli uomini. Ci viene consigliato la sera prima di presentarci con vestiti larghi e comodi, ma senza intimo sotto, se di nostro gradimento. E così faccio: scelgo un vestito di cotone comodo, a mo’ di prendisole, ma senza indossare mutande e reggiseno.

Prendiamo posizione davanti a Felicia, che per l’occasione è accompagnata dalla sound healer Barbara Magnoni, che suonerà il tamburo sciamanico e le campane tibetane, per accompagnarci meglio nella pratica. In via del tutto eccezionale, a farci da Maestra c’è anche la piccola Lolly, una cagnolina di razza maltese di un anno e mezzo, cui le ovaie sono state tolte per via di una patologia, ma che comunque incarna l’energia femminile più istintiva e pura. Si stende pacifica davanti a Felicia, ogni tanto si incaponisce nel voler catturare una mosca, ma tuttalpiù fa un pisolino, vista anche l’ora.

Nello spazio antistante, dove sediamo noi in posizione di meditazione, sono state sparse delle corolle di fiori rosa, visto che la pratica è ispirata dall’energia femminile. Siamo in tante e tanti, più di una trentina, e si respira una bell’armonia, coccolata dalla natura.

«Abbiate cura di sedervi sulla punta dello zafu (il cuscino da meditazione, ndr) o della sedia, di modo da avere la parte genitale libera, sia uomini che donne. Se vi è scomoda questa posizione, sdraiatevi sul fianco destro con il ginocchio sinistro in avanti. Ora, posizionate le mani sulla pancia, formando un cuore, appoggiando i pollici all’ombelico. Dove finiscono i mignoli, lì vi sono le nostre ovaie. Cominciate a massaggiarle, creando dei cerchi concentrici in senso orario e antiorario».

Chiudo gli occhi e inizio a respirare, facendo esattamente quello che suggerisce Felicia: inizio a sentire una sorta di calore all’altezza della zona massaggiata. Questo calore ora va fatto fluire lungo tutta la spina dorsale, andando a toccare ogni chakra, fino a che passando dalla corona, lo si fa ridiscendere verso il basso, per farlo confluire nella zona sotto l’ombelico, per «stoccarlo» sotto forma di energia.

Detto così, sembra semplice, in realtà sappiamo che immaginare è qualcosa di molto complicato, se si hanno dei blocchi mentali. «Contraete la zona perineale, collocata tra ano e vagina o scroto negli uomini, e inspirando immaginate di spingere o di far fluire questa energia fino all’osso sacro. Rimanete in ascolto».

Ci provo e incredibilmente, riesco a immaginare il tutto abbastanza facilmente, sentendo subito come un fuoco che arde in prossimità del coccige. Continuo a respirare e seguo la voce di Felicia, che ci guida nel dirigere l’energia verso l’alto: quando risale in prossimità del plesso solare, all’altezza del torace, ho un momento in cui perdo me stessa e la visualizzazione, facendomi sopraffare dalla mente, deconcentrata dal dolore alle gambe incrociate. Le stendo, avendo cura di tenere sempre sporta la parte genitale e riprendo l’ascesa della palla di fuoco dentro di me.

La prima «visione» è floreale

Quando essa arriva all’altezza del chakra del cuore, ho la prima visione: davanti ai miei occhi, nello spazio oscuro del terzo occhio, si schiude un fiore rosa, ma non come quelli di oleandro sparsi a terra, è più simile a un garofano. Con questo tipo di pratica, che promana dall’energia sessuale femminile, è molto comune che arrivino immagini di corolle di fiori, anche le più disparate.

Contraendo il perineo e spingendo l’energia verso l’alto, arrivo nel chakra della gola: e qui ho un attimo di dispersione, come se la mia mente mi portasse fuori di me. Come se avessi ancora qualcosa di non detto, che preme per uscire. Ma ecco, che quando la palla di fuoco che mi corre dentro, arriva fino al terzo occhio, il sesto chakra, dentro ho come un’esplosione di luce, proprio all’altezza della fronte. Una luce bianca si espande e mi pervade, e anche la mia zona genitale torna a pulsare di calore. È una sensazione molto piacevole, di grande potenza.

Che finalmente riesco a sublimare, quando l’energia, risalendo, e alla successiva contrazione del perineo, arriva fino al settimo chakra, quello della corona. Qui Felicia ci chiede di visualizzare una spirale, che gira vorticosamente, prima in un senso, poi nell’altro. La luce da bianca diventa dapprima verde e poi viola, quindi se vogliamo trovarci un senso, passa dal colore del chakra del cuore a quello della corona, che simboleggia il collegamento con il divino. La sensazione è molto intensa, ma non è ancora finita: ora vi è lo sforzo maggiore. Con un ultimo colpo di pavimento pelvico, occorre che immaginiamo questa palla di energia passare da sopra il nostro capo, per avvolgerci e tornare al nostro ombelico, dove dobbiamo immaginarla circolare.

Anime affini

Sono così ingaggiata, che sento il bisogno di sdraiarmi: il calore che sento non è solo legato alle temperature che si stanno alzando (ormai saranno quasi le 8), ma soprattutto al mio calore interno. Sdraiata a terra, mi sento meglio. Non appena la pratica finisce, Felicia consiglia a tutti di prendere la posizione supina a terra.

Ed è lì, nella totale resa del corpo e nell’abbandono alla terra, che succede un fatto che mi ha emozionata: la piccola Lolly mi salta sul ventre e vi si adagia, o meglio comincia a giocare con una mosca per acchiapparla, ma non lesina coccole e bacini dal suo musino al mio. A un certo punto, si stende bella serena sulla mia pancia e si fa massaggiare. Se è vero che gli animali non vanno mai a caso, ma riconoscono le anime a loro affini, allora nella mia pancia ho immagazzinato un’energia giocosa, di cura e di amore. Pura, insomma, come l’essenza di Lolly.

Mi rialzo da terra, ancora più piena, con il proposito di mettere sempre più a servizio la mia carica esplosiva. Non mi è mai mancata la voglia di vivere e di creare bellezza, nemmeno in tempi di «carestia». Ora che so come «immagazzinarle», non mancheranno proprio più.