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Antonia è la serie TV sulla crisi dei 30 anni di una donna che ha una compagna di vita scomoda: l'endometriosi

Una malattia di cui non si parla ancora abbastanza. A farlo con schiettezza e ironia è Chiara Martegiani, che recita insieme a Valerio Mastandrea nella serie TV Antonia, una donna che vive una crisi personale che è quella della sua generazione. Ne nascono riflessioni sulla pressione della società sulle donne, sull'esigenza di avere figli per sentirsi completa, e sul desiderio di non averne affatto
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Intervista a Chiara Martegiani, attrice, regista e sceneggiatrice di Antonia, la serie TV che parla della crisi e della rinascita di una donna che va contro i dettami della società e ha una compagna di vita ingombrante che fino ai 30 anni non sapeva neanche di avere: l'endometriosi

Non si parla mai abbastanza di endometriosi. Anzi, fino a poco tempo fa non se ne parlava proprio per niente e la poca sensibilizzazione su questa malattia ha portato moltissime donne a non sapere neanche di averla, facendole convivere con dolori cronici che condizionano la vita senza capire perché. Trovare un metodo nuovo e diverso per inserire in una sceneggiatura televisiva un argomento come l'endometriosi, che è importante far conoscere sempre di più, è una bella sfida. Che Chiara Martegiani, 36 anni, attrice e sceneggiatrice, ha lanciato in primis a se stessa, dando vita ad Antonia, nuova serie TV di 6 puntate in uscita il 4 marzo su Amazon Prime Video.

«Antonia ha una vita incasinata, come quella di tante altre donne. È in piena crisi esistenziale, non vuole avere responsabilità, scappa dalle situazioni che la fanno soffrire, perché fuggire dal dolore emotivo è un naturale contrappasso dell'essere abituata a soffrire fisicamente da sempre», racconta Chiara Martegiani, attrice, regista e co-sceneggiatrice. Antonia ha l'endometriosi e lo scopre per caso a un certo punto della vita nei suoi 30 anni. «L'endometriosi è stato il modo per raccontare la sofferenza di una donna che da fisica si lega a quella interiore, e una volta che Antonia scopre la malattia riesce a spiegarsi vari aspetti della propria vita, che prima non capiva».

Una scena di Antonia

Una scena di Antonia

Una storia che parte da uno spunto autobiografico per raccontare il vissuto di moltissime donne

È una storia in parte autobiografica di Chiara e delle co-sceneggiatrici Carlotta Corradi e Elisa Casseri, ma potenzialmente è la storia di ogni donna di 30 o 40 anni che vive una “crisi di mezza età” al femminile. «Stavo passando un periodo di crisi esistenziale. Con me stessa, con il lavoro, con gli amici che avevano esigenze di vita diverse, tra chi aveva messo su famiglia e chi no», racconta Chiara. «Mi sono trovata un po' spiazzata, ma mi sono guardata intorno e ho capito che non era un momento che vivevo solo io, ma una crisi generazionale soprattutto delle donne. Avevo 30 anni e sentivo di dovermi confrontare con il fatto che a quella età dovevo metter su famiglia, fare figli, avere un lavoro stabile. Tutte cose che generavano ansia e non sapevo cosa fosse giusto fare. Antonia è una 30enne che va contro le richieste della società: è in profonda crisi, non ha voglia di crescere, non vuole avere figli».

Proprio mentre le tre sceneggiatrici erano in fase di brainstorming per la creazione del personaggio di Antonia viene diagnosticata l'endometriosi a Chiara: «Non sapevo cosa fosse e il modo in cui mi è stata comunicata mi ha mandato ancora più in crisi, perché mi dissero - come dicono a molte donne con l'endometriosi - che dovevo sbrigarmi ad avere figli». Decise allora di andare in terapia. E quello che le successe in quel momento fu d'ispirazione per Antonia: «Dare al personaggio l'endometriosi era importante perché potevamo iniziare a parlare di questa malattia di cui si parla ancora poco, nonostante ce l’abbiano tantissime donne. Volevo raccontare quanto fosse invalidante ogni giorno nella vita, come fosse la difficoltà di essere credute dagli altri, e quanto fosse pressante la questione di fare figli il prima possibile, magari in un momento in cui non li vuoi o non li vuole il tuo compagno. Ma anche il fatto che ti dicano di prendere la pillola come unica alternativa per controllare l’endometriosi, tralasciando gli effetti collaterali». E così anche Antonia ha l'endometriosi e va in terapia per cercare di sciogliere i nodi della sua vita, per capire il senso di tutta la sofferenza provata e come questa l'abbia plasmata negli anni, facendola diventare la donna che è.

Una scena di Antonia

Una scena di Antonia

L'endometriosi accentua le pressioni della società sulle donne: avere un figlio non guarisce da una malattia e non si è meno donna se non si è madre

È uno schema che si ripete per ogni donna con l'endometriosi: com'è successo a Chiara nella vita reale e come succede ad Antonia nella fiction, quando arriva la diagnosi arriva anche l'invito esplicito e incalzante del ginecologo a fare un figlio, come se un figlio possa essere un modo per guarire da una malattia. Come se il desiderio di ogni donna sia per forza quello di avere un figlio. Come se una donna senza figli valga di meno di una madre, e sia una donna incompleta.

«In Antonia emergono molti spunti di discussione e l'endometriosi è solo uno di questi. È una storia di rinascita e crescita, di scoperta di sé. Si parla del ruolo delle donne in società, delle loro scelte personali che non dovrebbero essere giudicate. Se ne parla anche attraverso la psicoterapia, che è uno strumento per raggiungere una consapevolezza tale da farci crescere ed essere libere». Come nella metafora della gallina presente nella locandina di Antonia: essere libere di crescere e diventare donne, ma rimanendo pollo (cioè donna senza figli) se lo si vuole, senza dover per forza diventare gallina (cioè donna con figli).L

La locandina di Antonia

Un progetto tutto al femminile, ma con la partecipazione di Valerio Mastandrea

«Sono orgogliosa di essere riuscita a portare a termine un progetto tutto al femminile e poi di aver raccontato una storia dove non succede nulla di straordinario, se non all’interno della testa del personaggio», spiega Chiara. «Un progetto sulla storia della crescita di una donna non è facile da portare avanti, perché spesso non viene capito o viene classificato. Esserci riuscita con tutti i ruoli che ho avuto a 360° in questo progetto è la soddisfazione più grande». Chiara Martegiani ha recitato affianco a Valerio Mastandrea, suo compagno nella vita reale e partner di Antonia nella fiction: «Recitare con Valerio in un mio progetto è stata una bella avventura. Mi fido molto di lui e della sua esperienza. Ci siamo divertiti e ci siamo scontrati. Ma dopo aver lavorato insieme in diversi progetti adesso basta, perché poi il rischio di portare a casa le discussioni è elevato», conclude Chiara ridendo.

Valerio Mastandrea e Chiara Martegiani sul set di Antonia

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Nel video una scena di Antonia dallo psicoterapeuta.