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Irina Shayk sulla cover di Vogue Italia dedicata alla Formula 1. Uno sport che ha una sfida: creare un modello femminile

Tra auto da corsa e meccanici ai box, la top model ingaggia una sfida di moda con i piloti Ferrari, Carlos Sainz e Charles Leclerc. Perché il motorsport è sempre più glamour
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Foto di Theo Liu

Irina Shayk sulla cover di Vogue Italia dedicata alla Formula 1. Uno sport che ha una nuova sfida: creare un modello femminile

Passare i cancelli della pista di Fiorano è un po’ come entrare in una dimensione spazio-temporale quasi cristallizzata. Per chi lo ha letto, ricorda molto la magia di un luogo nascosto e inaccessibile com’è quella de Il giardino segreto di Frances Hodgson Burnett. A tenerti ancorato al presente sono quasi esclusivamente gli stickers che, all’ingresso, vengono posti sulle telecamere dei moderni smartphone per evitare che si possa immortalare qualche dettaglio. Per il resto sembra davvero di fare un salto nel passato e poter quasi incontrare Enzo Ferrari davanti ai suoi uffici e con lui tutti i piloti che la storia della Ferrari l’hanno fatta. È la potenza della storia che abbraccia il presente, anzi, il futuro – visto che qui le macchine sono il massimo della tecnologia.

«Impossibile rimanere indifferenti a un’atmosfera così speciale», dice Irina Shayk – impegnata per questo servizio scattato da Theo Liu e con lo styling di Anastasia Barbieri, insieme ai due piloti della Scuderia Charles Leclerc e Carlos Sainz. Lei caricata da un’energia diversa da quella a cui è abituata, loro divertiti, ambasciatori di uno sport che è esploso e ha evaso i confini nei quali, per anni, si era un po’ rinchiuso, come dimostra anche la copertina di Vogue Italia dove la top model cammina sulla pista di Fiorano, indossando un trench di Dolce&Gabbana sopra degli stivali da racing – mentre nelle altre foto del servizio, scattate tra box, meccanici, auto da corsa e Museo Ferrari, compaiono caschi, guanti e protezioni da gara. «Quello che stiamo vivendo è un cambiamento importante, per forza positivo», ammette il pilota spagnolo, mentre il suo compagno guarda anche al lato più glamour: «Mi fa piacere che la F1 stia avendo sempre più importanza e visibilità in ambienti diversi, come quello della moda, che è una delle mie passioni e mi dà l’opportunità di esplorare il mio lato creativo». Anche chi ci ha effettivamente aperto le porte di casa Ferrari a Fiorano, il team principal della Scuderia Frédéric Vasseur, uno diretto e pragmatico, da t-shirt e pochi fronzoli, ha applaudito a questo processo di transizione della Formula Uno: «È bello il modo in cui siamo riusciti a uscire dai confini del motorsport e dello sport in generale diventando un vero e proprio fenomeno di costume, e trovando spazio sulle riviste di moda, negli spazi digitali dedicati al lifestyle, ai giovani e persino al lusso. L’interesse per la Formula Uno è in crescita ovunque».

Total look Ferrari

Una F1 sempre più globale ma anche glamour, appunto. Lo dicono i numeri: la stagione iniziata lo scorso marzo sarà la più lunga di sempre, con 24 gare, e toccherà 21 Paesi. Non è più solo questione di storia e di corse, ma anche di spettacolo dentro e fuori la pista, tappeti rossi, interesse generalizzato da più parti e ambienti diversi, da quello del cinema a quello della moda. Sotto la spinta dei padroni americani di Liberty Media, la Formula Uno ha cambiato pelle, è approdata con successo in nuove location – come Las Vegas nel 2023 – e ha imparato a parlare a tanti ma anche a tante, a una platea sicuramente più eterogenea per età e genere. È senz’altro uno sport che ha contaminato e sta contaminando altri mondi: ne è stata tratta una serie su Netflix arrivata ormai alla sesta edizione (Drive to Survive), Brad Pitt ha deciso di trasformare paddock, piste e azione in un vero e proprio film hollywoodiano, il marchio Ferrari sfila ormai con successo anche sulle passerelle vere e proprie con le collezioni disegnate da Rocco Iannone. Da brand prettamente automobilistico con una sua linea tecnica, il cavallino più famoso del mondo è entrato infatti con successo nella Milano Fashion Week, in una contaminazione di sport e stile che fa dell’esclusività, come accade per le macchine, un suo marchio di fabbrica. La borsa Maranello Clutch, indossata per la prima volta sulle passerelle meneghine per l’A/I 2023, ne è una dimostrazione lampante. Una replica della Daytona SP3 preziosa quanto quella uscita dalla fabbrica, non da guidare ma da portare a mano o a tracolla. Esempi di come non solo la Formula Uno, ma il motorsport in generale, avevano già ispirato altre griffe li troviamo nella collezione Moschino P/E del 2016 o nella collaborazione – nata nel 2018 e diventata sempre più stretta – tra Tommy Hilfiger e Mercedes.

Bikini Michael Kors, pettorina Alpinestars, pantaloni Off-White, pumps Maison Alaia

Chi ha aiutato il mondo della moda a fare il suo ingresso in un paddock è stato sicuramente Lewis Hamilton, che quello stesso cavallino lo andrà a indossare sul petto dal 2025, alla sua diciannovesima stagione in F1. Un binomio, quello tra Ferrari e il sette volte Campione del Mondo, che diventerà esplosivo da qualsiasi punto di vista lo si voglia guardare. In attesa di indossare anche le creazioni di Rocco Iannone, Hamilton da anni ha accordi con i più grandi brand di moda, diventandone in qualche caso ambassador come è successo con Valentino dallo scorso anno. «Hamilton è stato il primo che è riuscito, nonostante la sua grandissima professionalità e forza in pista, anche a concentrarsi su altre realtà e parlare di temi valoriali importanti che ci hanno avvicinato a delle comunità che prima non ci seguivano», ha ammesso Stefano Domenicali, a capo di questa macchina di successo dal 2020. Attrattiva e attraente, questa Formula Uno decisa a calcare nuove passerelle è un mix di sport ed entertainment che gode di ottima salute: «Siamo diventati una piattaforma mondiale in grado di coinvolgere sempre più persone che vengono da background diversi: dal mondo femminile ai ragazzi che stavano perdendo l’amore per il nostro sport e che sono più interessati allo spettacolo, senza dimenticare chi cerca la massima espressione della ricerca tecnologica nello sport».

Non ci si può fermare qui, perché in un mondo che corre e cambia le sfide sono continue. Se oggi tocca a piloti maschi come Charles Leclerc e Carlos Sainz, tra qualche anno magari sulla cover di Vogue potrebbe esserci anche un volto femminile con tuta, casco e qualità per sfidare i colleghi nella massima serie. È una delle prove che la Formula Uno ha deciso di prendere più sul serio per provare a cambiare cultura e numeri, ma soprattutto creare modelli che non facciano sentire più fuori luogo le giovani ragazze appassionate ma magari intimidite dalla possibilità di avvicinarsi a questo sport. Anche chi scrive, se fosse nata e cresciuta in questi anni, attorniata da esempi numerosi di donne pilota, avrebbe avuto più coraggio nel chiedere ai propri genitori di praticare questo sport invece di relegarlo a semplice passione.

Total look Rick Owens, cappello Moncler

In un ambiente prettamente maschile – ma non maschilista, attenzione – la presenza femminile sta infatti aumentando. Lo si vede in ogni ambito: sempre più giornaliste, ingegneri, donne al muretto (come la stratega Red Bull Hannah Schmitz) o in altri ruoli chiave delle squadre. Anche in pista e dietro ai volanti i numeri stanno cambiando, pur lentamente. Le donne che in categorie diverse si stanno facendo valere ci sono: dalle Iron Dames (progetto nato nel 2018 dalla volontà di Deborah Mayer) che portano un rosa potente sulle tute e sulle livree delle loro macchine, a Sophia Flörsch che per il terzo anno corre in F3, fino a Marta García che l’anno scorso è diventata la prima vincitrice della F1 Academy, il campionato voluto dalla F1 per supportare le ragazze nel motorsport. «Ma il viaggio è ancora lungo», ammette un’altra donna che, a guidare una monoposto da F1, ci è arrivata davvero: Susie Wolff, ora a capo proprio del progetto della F1 Academy. «Non è solo un campionato organizzato per le donne nel motorsport, ma un movimento vero e proprio per ispirare le prossime generazioni e dimostrare che lo sport non ha barriere. Il progetto è ambizioso e non immediato negli effetti, ma sento che ora dobbiamo spingere sull’acceleratore. Ci crede molto anche Liberty Media, così come tutti i team della F1 che sono saliti a bordo. È il momento giusto».

Il campionato tutto al femminile, che ha debuttato nel 2023, quest’anno è ancora più strutturato. Le ragazze al volante di monoposto di F4 si sfidano per 7 weekend a margine degli spazi dove gareggiano i colleghi più famosi della Formula Uno, con una visibilità mai immaginata prima. Lo dimostra il fatto che, oltre alle squadre di F1, anche brand come Tommy Hilfiger o Charlotte Tilbury si siano avvicinati a questo progetto sposandone la causa. Il primo titolo della sua storia è andato alla spagnola Marta García che ha corso per il team italiano Prema e che quest’anno, grazie a quella vittoria, è passata di categoria al campionato europeo di Formula Regional. Una chance importante che forse prima non avrebbe avuto. Casco in testa e visiera abbassata, la grinta e i sogni sono gli stessi di sempre: «Fin da bambina l’obiettivo è sempre stata la Formula Uno», racconta lei. «Ora userei la parola sogno perché è vero che ho solo 23 anni, ma realisticamente il percorso davanti a me è ancora lungo. Voglio diventare pilota professionista, poi andrò avanti».

Total look Ferrari

Cosa sta mancando ancora? Susie Wolff, a oggi l’ultima donna al volante di una F1 durante una sessione di weekend di gara (a Silverstone nel 2015, con la Williams), può parlare con cognizione di causa: «Non credo sia il fisico la vera barriera. È culturalmente che manca un modello, perché se vedi che quel sogno è possibile sei più portata a crederci anche tu: il fatto che non ci sia una donna in F1 magari non ispira le nuove generazioni. Ma ci stiamo lavorando…».

Determinazione e passione non hanno sesso: lo sostiene anche Sophia Flörsch che, alla sua terza stagione in F3, è in questo momento la ragazza più vicina al traguardo della F1, se si guarda al percorso in categorie. «Una donna in Formula Uno? Certo che ci credo e se devo scommettere su qualcuna, scommetto su di me», afferma sicura. Un invito generale ad accettare la prossima sfida. Perché no, anche sognando.

Look Balenciaga, giacca Alpinestars e casco Dainese

In apertura: Irina Shayk indossa un trench Dolce&Gabbana e stivali da racing Alpinestars

CREDITI

Fotografo: Theo Liu
Stylist: Anastasia Barbieri
Modella: Irina Shayk
Piloti: Charles Leclerc, Carlos Sainz
Hair: Charlie Le Mindu
Make-up: Kali Kennedy
Set Design: Michela Natella
Nails: Sara Ciufi
Stylist assistant: Nicolò Pablo Venerdì
Produzione: AMAZED

Questo articolo lo trovate sul numero di Maggio di Vogue Italia

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