Jenna Ortega dimostra che il Librarian-core è cool anche in chiave dark (e meglio se dal significato nostalgico)
Jenna Ortega, in Thom Browne, ha reso omaggio al personaggio di Lydia Deetz per promuovere, a New York, il sequel di Beetlejuice. Lo ha fatto opzionando proprio una replica custom-made dell'iconico look sfoggiato da Winona Ryder nel film originale del 1988; un mix tra college girl e Librarian-core grazie a un outfit tra righe e quadretti. Nel dettaglio ha indossato un cardigan color blu notte in stile college con un ricamo laterale a forma di corona d'oro, una camicia bianca Oxford accorciata e una gonna a quadri plissettata.
Immancabili, per completare il look, le mary jane Brock Heel Brogued Criss Cross di Thom Browne e, a stupire, la borsetta. Ortega l'ha fatta customizzare dal brand Ozias Paris; è a forma di libro con la scritta “Handbag for the Recently Deceased” (“borsa per i defunti recenti”), a richiamo del libro di Lydia Deetz nel film anni Ottanta, il celebre “Handbook for the Recently Deceased”.
Perché tutto questo? Il nuovo film Beetlejuice Beetlejuice, sempre diretto da Tim Burton e in uscita nelle sale il 5 settembre, racconta della famiglia Deetz, ora arrivata alla terza generazione, che ritorna nella casa di Winter River dopo un'inaspettata tragedia familiare e dove Astrid (Jenna Ortega) scoprirà un misterioso portale per l'aldilà. E quale miglior method dressing da parte dell'attrice che la interpreta per “riportare in vita” uno dei cult cinematografici di sempre.
Non solo Jenna Ortega: se pensi di aver già visto l'estetica Librarian-core, che spopola nel 2024, è perché attinge dal geek chic e da quel maglioncino color ceruleo di Andy Sachs
Chiamiamola come più ci garba: Librarian-core, (ex) geek chic o core bibliotecario. Detto questo, tale estetica, nata nel 2021 e ispirata all'Ivy League anni ‘50, con il tempo si è raffinata, evolvendo in una tendenza a tinte civettuole ideale per l'ufficio quanto per il tempo libero. Sono stati un look di Bella Hadid, del 2022, e la sfilata autunno inverno 2023 2024 di Miu Miu a consacrare questo stile a tendenza permanente nei nostri guardaroba (un po’ come sta accadendo all'Office Siren).
Basta poco per ricrearla. Un buon cardigan, o un gilet, a trecce o dalla stampa a rombi, una gonna a matita, calzettoni bianchi a coste e mary jane ai piedi, meglio con il tacco. Accessori fondamentali per terminare il look sono infine i Bayonetta glasses, minimal, che prendono il nome dall'eroina dell'omonimo videogioco del 2009 e che ricordano i modelli sfoggiati da Gisele Bündchen ne Il diavolo veste Prada, Jennifer Aniston in Friends, Nicole Kidman in Eyes Wide Shut e Jennifer Garner in Alias.
Un modo di ostracizzare il nerd o, piuttosto, per renderlo raffinato? La risposta è a metà (e tutto ha inizio con la sfilata primavera estate 1996 di Prada intitolata Banal Eccentricity): ovvero di reinterpretare la femminilità tradizionale, agevolandola in termini di praticità. Oltre che essere un modo, prettamente tiktokiano, di rendere antitetico il mainstream, facendo prevaricare l'essere se stessi al desiderio di perfezione.
Non è passato molto tempo dal suo debutto in passerella, che il geek chic è stato elevato dal piccolo schermo a quintessenza della coolness, a cominciare dal personaggio di Kat Stratford in 10 cose che odio di te. Ma le vere prime star del Librarian-core sono state Andrea Sachs de Il diavolo veste Prada (proprio grazie a quel maglione color ceruleo), Ugly Betty con i suoi look variopinti e la stessa Blair Waldorf di Gossip Girl, nei rari momenti in cui voleva prendersi sul serio per davvero.
Complici le sfilate e il passato, che torna sempre, ecco che Bella Hadid, Billie Eilish, Emma Chamberlain e Gigi Hadid hanno fatto, oggi, del geek chic un vero fashion mantra: non basta più uscire con un libro in mano per sentirsi intellettuali, ci vogliono anche esatti componenti del look. Ed ecco svelato il termine Librarian-core.
Infine l'ascesa di BookTok su TikTok ha innalzato il desiderio di conversare di letteratura e di rivitalizzare l'industria editoriale. Visto che di libri stiamo parlando, What Artists Wear di Charlie Porter aiuta a trovare i look più idonei a seconda del proprio estro creativo.
E questa è l'ennesima conferma che la libertà di pensiero non solo è fondamentale ma anche attualissima. E torna di moda in passerella quanto in street style. Il beauty look resta acqua e sapone ma nessuno vieta di giocare con i capelli, arruffati à la Miu Miu o con gli occhiali da vista come arriccia chignon.
I 5 must have del Librarian-core da comprare online
- Maglioni e gilet a trecce
- Mary jane con il tacco
- Occhiali da vista minimal
- Gonne a matita e/o a rombi
- Calzettoni bianchi
#1 Maglioni e gilet a trecce
Un maglione con le trecce, come il ceruleo cult indossato da Andrea nel film Il diavolo veste Prada, o un cardigan blu con rombi chiari a contrasto. Tra i modelli favoriti c'è quello lavorato di Geagodelia, con lo scollo a V e in stile Y2K dal motivo classico che gli permette di essere indossato con qualsiasi look da ufficio si desideri.
#2 Mary Jane con il tacco
Un must per questo core e una scarpa cult di stagione. Il modello con il cinturino, leggermente rialzato, sta bene con tutto ma raggiunge l'Eden con gonna e calzettoni.
#3 Occhiali da vista
Minimal proprio come i Bayonetta glasses, sono da scegliere con la montatura quasi inesistente o con un leggero contorno. Come il modello, a gatto, di Kodilin, ottimo per lavorare perché dalle lenti anti luce blu che bloccano efficacemente il 90% dei raggi visibili con una lunghezza d'onda compresa tra 415 e 457 nm. Non fanno stancare la vista dopo aver letto per molto tempo e sono cool accostati allo stile Librarian.
#4 Gonne a matita e/o a rombi
Un modello aderente, “a tubo”, è l'ideale per chi vuole ricreare un look posh da ufficio. Per chi si sente più Andy Sachs, l'ideale è invece una gonna dalla forma leggermente ad A, che slancia la silhouette, e dalla stampa ugly-chic a rombi.
#5 Calzettoni bianchi
Per completare il look non possono mancare le calze, in cotone o lana, rigorosamente a coste e bianche (ottico o più tendente al panna), in perfetta estetica anni Novanta. Come il modello Lusofie, casual e morbido, che arriva fino al ginocchio ma che può essere persino arrotolato all'altezza caviglia in base alla lunghezza della gonna scelta.
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