Luca Marinelli al Festival di Venezia 2024, i due volti (classico e dark) in Armani

L'attore è il protagonista di M. Il figlio del secolo: una serie democratica e spettacolare (su Mussolini), come non l’avete mai vista
Luca Marinelli al Festival di Venezia 2024 doppia eleganza Armani
Vittorio Zunino Celotto/Getty Images

Luca Marinelli al Festival di Venezia 2024 per presentare M. Il figlio del secolo, la serie di Joe Wright basata sull'omonimo romanzo di Antonio Scurati

La seduzione del Male e di Mussolini, una “bestia da palcoscenico”. Gli ingredienti erano i migliori da poter avere. Intanto il romanzo documentario all’origine, M. Il figlio del secolo, scritto da Antonio Scurati, Premio Strega nel 2019, un testo corposo, affascinante, da divorare, per poi ricominciare subito a leggerlo e riscoprirne i pregi e la ricerca. Poi, un regista internazionale, tra i più bravi negli adattamenti, come Joe Wright, visionario e straordinariamente creativo, e un attore, che da tempo ha sconfinato i confini geografici, inviato all’estero, e che risponde a Luca Marinelli.

La sfida passava soprattutto dagli ultimi due, ovvero tradurre (grande lavoro degli sceneggiatori) un libro già perfetto di suo, in qualcosa che potesse essere credibile, ma oltremodo spettacolare in un prodotto visivo e seriale che vedremo nei primi mesi del 2025 su Sky (e in streaming su NOW). Per presentare la serie, Luca Marinelli al Festival di Venezia 2024 ha calcato il red carpet per due serate di fila, scegliendo due look Giorgio Armani speculari tra loro.

Il volto dark di Marinelli

Per la sua seconda comparsa sul tappeto rosso del Lido per presentare la parte finale di M. Il figlio del secolo, durante la serata del 6 settembre, il protagonista Marinelli ha scelto la conferma dell'eleganza composta firmata Giorgio Armani, interpretandola nella sua versione più dark e lunare: un completo blu scuro dal taglio morbido, formato da una giacca oversize dal collo svasato a clessidra e dei pantaloni larghi a zampa, corredati da un'essenziale t-shirt nera. Il tocco maestro in questa mise dalla compostezza ombrosa è il trucco agli occhi, cortonati di nero per dare ancora più potenza al già profondo e penetrante sguardo dell'attore.

Luca Marinelli con Alissa JungVittorio Zunino Celotto/Getty Images
Vittorio Zunino Celotto/Getty Images
Vittorio Zunino Celotto/Getty Images

Il volto classico di Marinelli

La sera prima, il 5 settembre, complice l'emozione del debutto assoluto della sua serie di fronte agli occhi del pubblico, Luca Marinelli si è affidato alla classicità: ha infatti indossato un elegantissimo smoking firmato Giorgio Armani, appena ravvivato da alcuni precisi dettagli di stile, come il colletto in contrasto e una cravatta di un colore nero profondo.

Luca Marinelli sul red carpet del Festival di Venezia 2024 per presentare “M - Il Figlio Del Secolo”

Daniele Venturelli

M come Marinelli, M come Mussolini

Al centro della serie - quando uscirà, imperdibile - c’è appunto la figura del Duce, Benito Mussolini e la sua ascesa, ma anche la storia di un Paese arresosi alla dittatura, e quella appunto di un uomo, capace, travolto dal proprio ego e carisma, di diventare (in negativo) un personaggio contraddittorio, in grado ancora (oggi) di far riflettere, parlare, o addirittura ispirare nuove frange pericolose. La serie, a detta dello stesso Scurati, “è un prolungamento del romanzo, che ha bypassato brillantemente i passaggi rischiosi”, ripercorre la Storia dalla fondazione dei Fasci Italiani nel 1919, fino al famigerato discorso di Mussolini in Parlamento nel 1925, dopo l'omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti. Un Mussolini, dunque, uomo pubblico e privato, che ad un certo punto dice “sono pronto a tradire tutti, anche me stesso”, e che viene descritto attraverso anche le sue relazioni personali, la moglie Rachele, l’amante Margherita Sarfatti, e altre figure iconiche dell'epoca.

Lontano dai toni dei period drama classici, questa serie è al contrario un pozzo in evoluzione di combinazioni, di libertà post moderne (geniale la frase, “Make Italy Great Again”, con il rimando a Trump), o di musiche (ci sono alcune quelle dei Chemical Brothers), che prende forma, e si adagia su un Luca Marinelli in stato di grazia, trasformato nel volto, centrato in ogni dimensione, mimica, parola pronunciata a voce, negli occhi spiritati, tra gli sguardi silenti e folli. Vederlo recitare impressiona e disturba, tanto è la bravura e l’immedesimazione.

Andrea Pirrello

Luca Marinelli «Da antifascista ho lavorato sospendendo il mio giudizio»

«La sfida - ci racconta lo stesso Marinelli - era approcciarsi a questo lavoro onestamente, sospendendo il giudizio. Da antifascista è stata una delle esperienze più dolorose affrontate nella mia vita, tornare a casa mi confortava, che ho fatto anche grazie ad un’artista gigante come Joe Wright. Mi ha fatto sentire le spalle coperte, standomi fianco a fianco, non avrei fatto un metro senza di lui. Mussolini era un personaggio dotato di più sfaccettature, che ce lo mostrava come uno di noi, purtroppo. Mi sono preparato come ogni ruolo, attingendo dal libro, dalle testimonianze, dai video dell’Istituto Luce, dove ne vediamo solo un aspetto trionfante, glorioso, e da lì carpivo degli aspetti, anche di grande violenza che lui aveva. Ma l’importanza del progetto risiede nel sapere che tutti hanno un enorme ignoranza sull’argomento, non c’abbiamo fatto i conti, e storia si ripresenta, non abbiamo conosciuto cosa ci ha preceduto. Ecco allora l’importanza del sapere, la curiosità sociale, politica, lo studio, che dovrebbe partire dalle scuole».