Ci fu una telefonata il primo giorno di lockdown. Lei è Maria Grazia Chiuri, direttrice artistica delle linee donna di Dior, lui è Pietro Ruffo, artista romano che Chiuri ha ripetutamente voluto come suo collaboratore. «Ci sentimmo, era il 10 marzo, per capire come andavano le cose e mi parlò del suo progetto sulla Puglia, su cui rifletteva da tempo: ci teneva molto, perché lì sono le sue radici», racconta Ruffo. Il padre di Maria Grazia Chiuri era infatti di Tricase, nel Salento, e Chiuri fa spesso ritorno nella regione. «Mi disse: sai, noi siamo una grande azienda e in qualche modo supereremo questa crisi, però lavoriamo con tante aziende piccole e non possiamo fermare tutto. Proprio pensando a loro vorrei fare questa collezione».
La sfilata Dior Cruise 2021, dopo essere stata programmata a maggio, s’è infine svolta lo scorso luglio per la prima volta in Italia, a Lecce, come un potente racconto a più voci che distilla il sentimento del Sud esplorato dall’antropologo Ernesto de Martino in un classico degli anni ’50: Sud e magia. Davanti al duomo barocco e in una cornice sorprendente di luminarie, create dall’artista Marinella Senatore e realizzate dai fratelli Parisi, con musicisti e ballerini della Fondazione La Notte della Taranta che interpretavano le musiche tipiche del folklore pugliese, direzione del maestro Paolo Buonvino su coreografie di Sharon Eyal, sono andati in scena 90 look frutto di un lavoro collettivo che non si è mai arrestato. Anche nei mesi in cui il Paese sembrava completamente fermo, era tenuto vivo attraverso gli strumenti della tecnologia con cui la direttrice artistica dava istruzioni a un atelier artigianale tutto al femminile in Puglia, Le Costantine, e agli artisti come Ruffo.
«Perché non provi a disegnarmi qualche fiore?», suggerì Chiuri al telefono, «credo che tu potresti aiutarmi a creare l’atmosfera giusta». Ed ecco un papavero, un iris, qualche spiga – vegetazione rustica dei campi di grano costellata di piccoli animali – e quindi farfalle, libellule e tarante sono partiti per Parigi, dove sono stati assemblati nel pattern “Millefiori”, rivisitazione di un tema caro a Dior incorporato nella collezione come motivo decorativo di jacquard e impalpabili chiffon, su capi spalla o gonne fluenti.
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In apertura: camicia a maniche lunghe e gonna di cotone con stampa “Millefiori”, foulard “Dior Dentelle” in pizzo di cotone, cintura “D-Lace” in pelle di vitello liscia e fibbia incisa “Dior” con finitura in oro antico. Tutto Dior. Foto Bibi Borthwick. Model Giselle Norman @ Storm. Styling Elin Svahn.
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