Istituto Marangoni Milano presenta i suoi migliori talenti con la sfilata “Turn Up”
Dieci studenti dell'istituto selezionati da una prestigiosa giuria hanno sfilato in apertura della Milano Fashion Week
La sfilata “Turn Up” ha acceso i riflettori sui migliori studenti dell'anno accademico 2021-2022 di Istituto Marangoni
Tra fasci di luce in continuo movimento e musica techno Istituto Marangoni Milano ha presentato, durante la Milano Fashion Week, le collezioni dei suoi dieci migliori designer con la sfilata “Turn Up”. I creativi sono stati selezionati da una giuria di nomi prestigiosi composta da Walter Chiapponi, Creative Director presso Tod’s, Alfredo Cortese, Founder di AC9, Samantha Dara, Senior Director Talent Acquisition presso Versace, Riccardo Grassi, Founder dell’omonimo Showroom e I’M Mentor, Filippo Grazioli, Creative Director presso Missoni, Giuliana Matarrese, Giornalista, Sara Sozzani Maino, International Brand Ambassador di Camera Nazionale della Moda, Educational & Scouting Advisor presso Vogue Italia e Creative Talent Curator, Luca Rizzi, Tutoring & Consulting Director di Pitti, Federico Rocca, giornalista presso Vanity Fair, Francesco Scognamiglio, Fashion Designer e Andrea Tenerani, Editor-in-Chief of ICON.
Gli studenti hanno presentato collezioni molto diverse tra loro in grado di rappresentare a pieno le rispettive personalità e visioni, tra proposte più creative ed eclettiche e reinterpretazioni del mondo sartoriale, toccando anche ispirazioni e temi legati a popoli lontani, così da sottolineare l'internazionalità della sfilata e l'intento di contaminarla con le proprie radici culturali. Questi i nomi dei creativi: Madhav Bahety, Mariagiulia Bertoni, Garima Bhadra, Martina Cesana, Lukas Christ, Giuliana Teresa Fraccalvieri, Giulia Huang, Francesco Imberti, Jaehee Koo e Lorenzo Sala.
“Siamo davvero orgogliosi dei nostri studenti che, dopo anni di solida formazione, hanno la possibilità di presentare le loro collezioni in uno scenario internazionale come la Fashion Week di Milano di fronte a un parterre di personalità tra le più influenti del settore” spiega Barbara Toscano School Director di Istituto Marangoni Milano. “Il nostro percorso accademico offre a tutti i nostri studenti l’opportunità di arrivare preparati al mondo del lavoro, pronti a intraprendere la carriera che li attende nei più importanti Fashion and Luxury Brand del panorama nazionale e internazionale. Grazie al network e alla prestigiosa faculty, garantiamo una formazione di altissimo livello con un approccio internazionale, reso possibile anche grazie al dialogo tra le nostre sedi nel mondo, ultima tra tutte quella di Dubai inaugurata da pochi giorni.”
La tridimensionalità delle superfici ha caratterizzato la collezione presentata da Francesco Imberti che esplorando un'estetica di ispirazione etnico-tribale ha costruito capi complessi, spesso frutto dell'accumulo di materiali differenti. Scarti di tessuto, parti di abiti e tessuti stropicciati sono infatti ricorrenti nei suoi look, tutti caratterizzati da colori neutri e naturali, vicini alla terra. La maglieria ha sicuramente un ruolo centrale con lavorazioni intricate che creano un effetto patchwork che contribuisce a enfatizzare l'estetica nomade che sembra parlare di un popolo proveniente da paesi lontanissimi. Abiti, top e gonne sono inoltre composti da una serie di piccole figure geometriche che gli conferiscono una sofisticata solidità, seppure spesso impalpabile.
Il mondo descritto da Garima Bhadra è incentrato totalmente sul tema dell'infanzia, esplorata in modo letterale con fantasie e decori che rievocano un abbigliamento bambinesco, combinato però a una serie di elementi sartoriali. Così i completi, le camicie e i pantaloni classici vengono decorati da stampe vichy che ricordano grembiuli scolastici, ma anche da ricami di paperelle e animali da fattoria, insieme a piccoli paesaggi campestri. Ma i stessi capi sono reinterpretati attraverso lo sguardo divertito di un bambino, creando linguacce con cravatte e taschini, o mantelli di varia lunghezza con sovrapposizioni di strati e costruzioni quasi architettoniche che dividono le camicie in sezioni geometriche. Il risultato è un mondo divertente e giocoso, fatto però di strutture e volumi complessi.
Infine Lorenzo Sala propone un'estetica consumata, sgualcita e distrutta che potrebbe tranquillamente diventare il guardaroba di una rockstar dall'animo ugualmente consumato come quello di un poeta maledetto. Capi evergreen dell'abbigliamento maschile come cappotti, camicie, biker jacket e pantaloni sono volutamente usurati fino a scoprire le strutture interne, le fodere e le imbottiture creando una contrapposizione con la leggerezza dei tessuti fluttuanti e leggerissimi che completano e avvolgono i look. Questi tessuti vengono trattati come materia viva, quasi biologica, concetto che viene enfatizzato dall'uso di capelli veri lavorati per creare una cravatta, sottolineando inoltre quella teatralità che percorre tutta la collezione rendendola sicuramente di grande impatto.