Richard Gadd di Baby Reindeer: «Un giorno pensavo di essere gay, un altro etero»

La questione dell'orientamento sessuale, l'urto dell'onda della fama, le polemiche sulla veridicità dei fatti. Parla il creatore della serie-fenomeno di Netflix
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Gadd in Cos suit, Prada shirt and shoes; Gunning in Asos dress; Mau in Courreges coat, Jimmy Choo shoes.By Erik Tanner for Netflix Queue. Styled by Rebecca Ramsey.

Durante le dieci ore di volo da Londra a Los Angeles, Richard Gadd ha deciso di recuperare i circa 250 messaggi non letti sul suo telefono. È stato sommerso da quando la sua serie Netflix, Baby Reindeer, è diventata un fenomeno. Dopo essere sceso dall'aereo e aver superato la dogana, si è imbattuto in un'enorme folla di fan. Si è chiesto se ci fosse qualcuno di famoso sul suo volo. Poi ha visto quello che avevano tutti in mano: poster stampati del suo alter ego di Baby Reindeer, Donny Dunn. «Erano impazziti», racconta Gadd. Ha autografato tutti quelli che ha potuto. La folla lo ha seguito quando se n'è andato.

«È come se avessi lasciato la finestra del salotto aperta e ci fosse una cacofonia di persone che urlano», dice Gadd più tardi da una soffocante sala conferenze di West Hollywood. «In momenti come questi devi praticare l'autoconservazione».

Non è uno scherzo. Baby Reindeer, una piccola produzione britannica che non è stata molto pubblicizzata, ha accumulato decine di milioni di visualizzazioni in tutto il mondo e ha fatto irruzione nella corsa agli Emmy di quest'anno, mettendo Gadd e le sue coprotagoniste Jessica Gunning e Nava Mau – sedute ai suoi lati in questo soleggiato pomeriggio – sotto la lente di un microscopio. La serie, che si basa sull'esperienza vissuta da Gadd in prima persona, segue un comico e barista in difficoltà il cui passato traumatico favorisce una dinamica pericolosamente tossica con la sua stalker, nella serie chiamata Martha e interpretata da Gunning.

L'approccio empatico e divertente, anche se a tinte fosche, a due personaggi vulnerabili che trovano speranza e disperazione l'uno nell'altro ha avuto una risonanza globale. Ha anche suscitato polemiche, dato che il successo della serie ha spinto gli spettatori a cercare di scoprire chi fosse la stalker della vita reale e il potente produttore televisivo che abusa sessualmente di Donny.

Gadd e compagnia hanno appena completato uno sfarzoso servizio fotografico e sono ancora euforici per l'evento Baby Reindeer For Your Consideration della sera precedente. Nello stesso momento, una donna scozzese, Fiona Harvey, si faceva avanti affermando di essere stata lei a ispirare il personaggio di Martha, annunciando che avrebbe parlato in un'ampia intervista video con Piers Morgan. (In quell'intervista, rilasciata dopo la mia chiacchierata con Gadd e le sue star, ha definito Baby Reindeer «diffamatoria» e ha sostenuto che Gadd è «ossessionato» da lei. Benjamin King, responsabile della programmazione di Netflix nel Regno Unito ha ribadito che lo streamer e i produttori hanno preso «ogni ragionevole precauzione per nascondere la vera identità delle persone coinvolte in questa storia»; Vanity Fair ha contattato Gadd per un commento).

Dalla prima di Reindeer, Gadd ha sempre ribadito che non può e non vuole parlare in alcun modo di Martha, sottolineando che le versioni, reale e fittizia, di lei sono sostanzialmente diverse. «Penso che questo renda un cattivo servizio all'arte», dice del desiderio del pubblico di scoprire chi sono le persone reali dietro i personaggi di Reindeer. «Ho chiarito pubblicamente perché ero contrario e ho precisato che volevo smettessero. Credo che questo sia in qualche modo servito».

Se avesse saputo che la serie avrebbe ottenuto un successo di tale portata, avrebbe fatto le cose in modo diverso? «Non posso controllare Internet e non importa che cosa avrei fatto. Non si può mai prevedere in che modo la gente reagirà alle cose. È impossibile prevedere il futuro», spiega. «Non si può ragionare con il senno di poi. O affrontare il processo creativo sulla base dei se e dei ma».

Gadd e Mau

Courtesy of Netflix

Per tutti quelli che hanno partecipato a Baby Reindeer, l'ultimo mese è stato molto impegnativo: «Ho dovuto ricordare a me stessa che non dispongo di risorse infinite e che posso fare meglio il mio lavoro e raggiungere i miei obiettivi proteggendo la mia energia e dandomi dei limiti», dice Mau, che interpreta la fidanzata di Donny, Teri. «Ho ricevuto comunque soprattutto un'ondata di amore da persone di ogni provenienza».

L'interpretazione ricca di sfumature di Mau è un punto forte della serie, con Teri che riesce a gestire il suo affetto per Donny mentre emerge il suo trauma, insieme alla rabbia di Martha che esplode quando viene a conoscenza della relazione. Anche se Teri non ha un ruolo importante nel finale della serie, Mau sente che il cerchio si è chiuso dopo aver girato una scena che non è stata inserita nel montaggio finale della serie. In quella sequenza, Teri lascia a Donny un messaggio vocale mesi dopo la loro separazione, dicendogli di avere visto il suo video virale – quello in cui , in uno straordinario monologo da cabarettista, rivela di essere stato abusato sessualmente – e che spera che lui trovi la pace. «Era un messaggio molto sfumato, affettuoso, chiaro, adulto e sano», dice Mau.

Gadd condivide con me una parte del dialogo di Teri in quella scena: «Volevo solo dirti che ho visto quanto hai lottato e spero che quello che stai passando ora ti aiuti a raggiungere una sorta di pace nella tua vita. Ora ho conosciuto un altro uomo, quindi non richiamarmi. Ho pensato di fartelo sapere. Comunque, buona fortuna, tesoro». Gadd alla fine ha deciso di tagliare quella scena per lasciare più spazio alla sorpresa e al dolore. Senza quel passaggio extra scopriamo il futuro di Teri in modo più sfumato. «A volte bisogna sacrificare anche parti che adori», dice lui.

È una delle tante battute di Baby Reindeer che hanno generato discussioni e speculazioni. Gunning, una veterana della televisione britannica che ha dato il volto a Martha, si è concentrata soprattutto sulla difesa del suo personaggio polarizzante: «Ieri sera, dopo l'evento, molte persone hanno detto: "Mi terrorizzi". Io sento un forte desiderio di protezione nei suoi confronti e rispondo: “Però, non fa paura!”», dice l'attrice. «Poi, ovviamente, guardo la serie e mi dimentico del quadro più generale».

Gunning non è presente sui social media, ma ha dovuto confrontarsi con le opinioni dei telespettatori in pubblico: «L'altro giorno stavo camminando per strada e sembravo Martha… Avevo i capelli come lei. Una signora mi è passata davanti e mi ha urlato in faccia».

L'attrice si è opposta fermamente a chi voleva etichettare Martha come una cattiva – le etichette sono una cosa che Gadd più in generale ha cercato di evitare nella realizzazione di Baby Reindeer. Un altro esempio è la sessualità di Donny (e, per estensione, di Gadd), che viene rappresentata come un viaggio profondamente confuso nel periodo successivo all'aggressione. (Una recensione altrimenti positiva di NPR ha osservato criticamente che «la serie confonde ripetutamente e maldestramente l'orrore dell'abuso con la questione della sessualità queer»). Gadd, che si identifica come bisessuale, sperava di onorare le molte persone che vivono la loro sessualità come indefinitamente poco chiara.

«Molte persone non si riconoscono come gay, etero, bisessuali e trascorrono la vita a interrogarsi sul proprio orientamento sessuale e affrontando questa ricerca quasi continua con sofferenza», dice. «È la condizione in cui ho vissuto i miei primi vent'anni. Ero fondamentalmente confuso e mi dicevo, va bene oggi uscirò di casa e sarò etero. Non funzionava, non mi sentivo comunque bene e allora il giorno dopo mi alzavo e provavo a essere gay. Il giorno dopo ancora mi giocavo la carta della bisessualità. Nessuna di queste etichette mi sembrava giusta». Del percorso particolare di Donny, Gadd dice: «Quando si tratta del suo senso di sé, non c'è una risposta chiara, una definizione. Donny lotta con sé stesso su ogni singolo aspetto... Concedere la possibilità di rimanere vaghi sul proprio orientamento sessuale potrebbe dare conforto alle persone che trascorrono la loro esistenza in uno stato di incertezza».

Gunning.

L'ultima volta che Gadd, Gunning e Mau si sono incontrati di persona è stata la sera prima che Baby Reindeer arrivasse su Netflix: «Non lo sapevamo», dice Gunning, e tutti ridono. È chiaro che i tre trovano un grande conforto reciproco mentre finiscono sotto i riflettori in un modo che nessuno di loro ha mai sperimentato prima. Mau ripensa alla sera della prima, all'orgoglio provato per lo spettacolo che hanno realizzato insieme: «L'abbiamo guardato sul grande schermo ed è stato speciale. Sentivamo di avercela fatta».

Gadd mi dice che, prima dell'uscita di Baby Reindeer, su Instagram aveva poco meno di 4mila follower. Si entusiasmava se un post riceveva più di cento like. Ride tra sé e sé ripensando a com'era solo un mese fa, ancora ignaro di come le cose possano cambiare in breve tempo e in modo così radicale. Dice che da allora ha disattivato i commenti sul suo account e la cosa incuriosisce Gunning, che continua a non usare i social media: «Come si fa? È possibile disattivare i commenti o le notifiche?», chiede. Gadd annuisce: «Con Instagram è abbastanza semplice da fare e funziona bene».

Ogni attore, a modo suo, sente la necessità di proteggersi in mezzo a tanta attenzione e curiosità. Stanno cavalcando l'onda dei premi in arrivo, delle recensioni entusiastiche e delle opportunità di carriera ancora più brillanti che li attendono. Si tratta di cose che cambiano la vita, che aprono prospettive che sono certamente eccitanti, ma potenzialmente anche inquietanti. «Nonostante condivida con il mondo le mie vulnerabilità più profonde, in realtà mi piace mantenere un certo livello di privacy», chiarisce Gadd. «Mi sono aperto quando mi sono sentito pronto a farlo».

Indica di nuovo il suo telefono: «Vedo che ci sono già circa 150 messaggi non letti», dice, «quindi sì, è stato pazzesco».