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È nata una nuova Fashion Week e questo è quello che ci abbiamo trovato

Dal 12 al 15 maggio è andata in scena la prima Egypt Fashion Week al Cairo che ha riaperto le porte di musei accendendo un faro sulla sostenibilità, sull'imprenditoria femminile e sull'insegnamento
Egypt fashion week 2023
Egypt fashion week 2023 - Best of Egyptian Designers curated by American stylist Julie Matos - Opening night - The museum of Egyptian Agriculture - Runway - 12th May 2023. ©Olu OgunshakinOlu Ogunshakin

Una Egypt Fashion Week pronta a rivoluzionare il futuro dei designer nella regione araba ha coinvolto musei storici e riaperto porte e strade da tempo sommerse, dal 12 al 15 maggio 2023.

Con il titolo “Past, Present & Future”, sbarca al Cairo la tanto attesa Egypt Fashion Week. La preparazione - causa pandemia - è durata 4 anni, grazie ai quali nonostante tutto è stato possibile costruire un'immersione ricca e stimolante nella moda della regione araba. L'evento è stato aperto da una notte di gala che ha visto brillare una sfilata di brand locali e più di 60 looks sotto le luci del Museo Egizio della capitale, con lo styling di Julie Matos.

Odd the Even

Olu Ogunshakin

Nei giorni seguenti, negli spazi del Museo dedicato all'Agricoltura - riaperto per l'occasione dopo anni di chiusura al pubblico - hanno preso vita una serie di talk e piccole sfilate, accompagnati da un'esposizione dedicata alle scuole e ai marchi emergenti. Fra i guests dell'evento non mancavano il fondatore di Business of Fashion Imran Amed, che ha parlato dell'impatto del colonialismo nella moda: «Purtroppo viviamo in un mondo che è ancora dominato dalle imprese occidentali, ma è necessario smettere di cercare validazioni dall'Occidente. Se pensiamo al Sud e all'Est Asiatico del mondo, è uno spazio enorme in cui avere successo. Non ho soluzioni, la moda stessa è un retaggio dell’impatto coloniale, ma cerchiamo di trovare alternative al colonialismo creando un network che lavori insieme».

Sono intervenuti anche l'International Director of Education di Accademia Costume & Moda Adrien Roberts, la CSR & Sustainability Manager di Filmar Piera Francesca Solinas, la fondatrice del concorso ASVOFF Diane Pernet, la Jewelry Designer Azza Fahmy, la fondatrice della Lagos Fashion Week Omoyemi Akerele e della Jordan Fashion Week Sherine Rifai. «La Egypt Fashion Week è un momento fondamentale per la regione, nonostante l'industria sia ancora piccola è ricca di giovani talenti da supportare con tutte le nostre energie, come abbiamo visto con le fashion week in Giordania, Arabia Saudita, Qatar, Dubai, e via dicendo» ha spiegato Fatma Ghaly, CEO di Azza Fahmy Jewellery.

Susan Sabet

Nata dalla mente di Susan Sabet - cofondatrice dell'Egyptian Fashion & Design Council, parte di BOF 500 e fondatrice del magazine Pashion - questa Egypt Fashion Week 2023 ha voluto celebrare le radici della moda e della cultura proveniente dalla cosiddetta MENA Region, ovvero la regione che vede Medio Oriente e Nord Africa protagoniste, dal Marocco ad ovest, attraversando la fascia nord-occidentale dell'Africa e proseguendo verso l'Iran nel sud ovest asiatico. Molto spazio è stato dedicato all'empowerment femminile e alle espansioni necessarie all'interno di questo ricco mercato in terra araba.

Maison Saedi

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Reem Jano

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Una selezione dei brand in esposizione

Fondato nel 2020, ALMAH porta la sostenibilità in Egitto con coraggio, riutilizzando materiale vintage locale per creare articoli di moda contemporanei e producendo campioni di tessuto riciclati per maison di lusso. Nato come progetto della Egyptian Clothing Bank, ALMAH si basa su upcycling e circolarità, impegnandosi anche a educare ed aiutare i designer con cui collabora.

Almah

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Con l'obiettivo di far rivivere il settore dei laboratori di scarpe tradizionali al Cairo, BULGA utilizza le più antiche tecniche di produzione per realizzare vivaci pantofole e scarpe moderne che mantengono ancora lo spirito del patrimonio egiziano. Portavoce della slow fashion e dell'artigianato hand-made, il brand s'impegna a mantenere vive le tradizioni indigene che vedono le donne protagoniste del settore.

Bulga

Fondato dalla designer Noura AlNaggar, le borse di LABOGA coinvolgono le industrie locali dell'artigianato egizio. Narrazioni e aneddoti sono intrecciati in ogni creazione, diventando un diario visivo delle esperienze e delle ispirazioni per raccontarne la terra di provenienza. Con la sua arte, Noura desidera trovare modi per condividere i suoi prodotti con persone che ne riconoscono l'unicità e sostengono l'empowerment femminile nel mondo.

LaBoga

Il premio Unlock Her Future a sostegno delle imprenditrici

Lanciato da The Bicester Collection a febbraio 2023 per la prima volta, il premio Unlock Her Future è stato progettato per sostenere l'imprenditoria femminile nel mondo, partendo dalla MENA Region per poi toccare annualmente diverse terre. La mentorship e i 100 mila dollari in palio sono stati vinti da quattro progetti che spaziavano in diversi campi, di cui uno strettamente legato alla moda del futuro. Con Leukeather, l'inventrice Nuhayr Zein fonda nel 2021 un'alternativa innovativa ed ecologica a base vegetale alla pelle esotica. Sfruttando la naturale texture di una pianta specifica che in terra egizia abbonda, Leukeather ricrea i pattern della pelle di animali esotici senza ricorrere a stampe, goffrature e rilievi.

Nuhayr Zein, fondatrice di Leukeather, indossa una cintura creata con la sua rivoluzionaria pelle vegana

Leukeather

Lo spazio dedicato alle scuole di moda

Nelle stanze dedicate al cotone hanno trovato spazio le esposizioni dei migliori studenti provenienti da alcune scuole di moda della regione araba. Creative Space Beirut, in Libano, assicura didattica gratuita per coltivare i talenti che nella regione non possono permettersi gli studi. Con la partecipazione di Shivang Dhruva, anche FAD Dubai arriva al Cairo, che incrocia progetti nella MENA Region da tempo. Nei talk della Egypt Fashion Week è stato dedicato molto spazio all'educazione, e come ha spiegato Adrien Roberts di Accademia Costume & Moda «è importante lottare contro il colonialismo anche all'interno degli spazi scolastici, lavorando costantemente sulla diversità culturale. Sono qui per imparare a mia volta come farlo nel migliore dei modi, perché questo è lo spirito dell'insegnamento. Dobbiamo trasmettere agli studenti i pilastri dell'industria che vogliamo, per il futuro di tutti».

Da sinistra: Shivang Dhruva, Aida Zayed, Adrien Roberts, Azza Fahmy, Celina Bailley

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In conversazione con Adrien Roberts e Diane Pernet

Qual è la connessione tra la moda italiana e la MENA Region a vostro parere?

A: È interessante, qui l'industria creativa è ancora abbastanza emergente, ma credo che le basi siano simili. Sia l'Italia che l'Egitto sono Paesi con un patrimonio artigianale molto importante. La MENA Region, storicamente, possiede un'eredità secolare di produzione tessile, e questa dev'essere la chiave anche per il successo della Egypt Fashion Week.

D: Fra tessili e artigianato, è innegabile quanto possa crescere questo spazio. Queste terre sono famose per il cotone, la tessitura e i ricami, senza dimenticarci come la maglieria sia stata inventata proprio qui, in Medio Oriente.

Come può l'istruzione adattarsi alle esigenze di un luogo? In questo caso, l'Egitto.

A: L'Egitto dovrebbe creare un'istruzione che soddisfi le esigenze di questo settore, non viceversa. Ogni paese ha bisogno di definire la propria industria in base alla propria cultura, l'Italia potrebbe essere un caso studio meraviglioso, ma è necessario trovare investimenti nell'istruzione egizia perché si sviluppi qui.

Qual è il futuro della creatività nel settore visuale di questi luoghi?

D: Credo ci siano molti talenti in grado di portare le loro istanze e tradizioni all'interno dei fashion film. Quest'anno abbiamo aggiunto diverse nuove tematiche in ASVOFF, e fra i Children Climate Warriors e gli AI Generated Films troviamo anche la categoria Middle Eastern.

Come superare i limiti con cui i creativi potrebbero scontrarsi qui?

A: I limiti li creiamo noi stessi. Come abbiamo assistito durante i talk, i designer continuavano a chiedere come entrare nel mondo occidentale, ma credo sia necessario lavorare nel proprio mercato, facendo investimenti in queste regioni. Serve inoltre a mantenere la propria autenticità, senza farsi colonizzare.

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