Intervista

Sharon Stone a Taormina con un vestito shimmer Dolce&Gabbana per il red carpet del festival

L’attrice e produttrice americana, ospite d’eccezione alle kermesse in Sicilia dove sarà premiata col Cariddi d’Oro
sharon stone taormina
Daniele Venturelli/Getty Images

Sharon Stone a Taormina: l'arrivo di una Fenice resiliente che non ha mai avuto paura di esporsi

Sharon Stone arriva a Taormina in occasione dell'annuale festival locale che celebra il cinema: scende dal jet privato con un turbante, un completo pajamas, indossando dei comodissimi sandali flat. È completamente struccata: la sua bellezza è magnetica: la stampa internazionale la immortala nei primi scatti che anticipano la sua apparizione ufficiale. Per i primi scatti - quelli non rubati- Sharon Stone sceglie un look firmato Antonio Marras: si tratta di un abito hoodie, ovvero caratterizzato da un cappuccio importante che l'attrice porta sul capo, incorniciando il volto. È bianco ma con delle rose spinate stampate a contrasto, nella tinta bordeaux.

È una Fenice resiliente, che non ha mai avuto paura di esporsi, anche quando parla del proprio paese. Succede anche al Taormina Film Festival, portata grazie alla consulenza cruciale di Marco Fallanca, dove l’attrice e produttrice americana arriva come ospite d’eccezione. Circondata da bodyguard e dal fidato stylist, Paris Libby, è qui per ricevere il Cariddi d’Oro alla carriera. La incontriamo intorno a mezzogiorno, all’interno del prestigioso Hotel San Domenico, in quella che è un'ala piena di affreschi, storica, quasi una sorta di chiesa sconsacrata, impeccabile, fasciata di un abito bianco dotato di cappuccio. “Buongiorno, grazie”, dice in italiano. Sarà l’inizio di una conversazione di quasi un’ora.

Daniele Venturelli/Getty Images
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L'abito bianco per il pomeriggio siciliano

Romantico e simbolo della Dolce vita, è l'abito bianco con gonna a ruota e disegnato senza spalline. Interessante la texture: un tessuto di cotone goffrato che creano un motivo floreale. Capelli un po' bagnati, tirati indietro, occhiali da sole azzurri e in mano una mini Sicily bag in pendant. Tutto firmato Dolce & Gabbana.

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Il look per il red carpet è firmato Dolce & Gabbana

Sharon Stone arriva sul tappeto rosso del Taormina Film Festival 2024 con un look firmato dal duo siciliano: un omaggio all'isola italiana che l'ha accolta con calore e amore. Si tratta di un abito a rete shimmer, indossato sopra a una sottoveste di raso, nelle tonalità gold che riprende i sandali oro con tacco altissimo. Alle orecchie, una coppia di orecchini extra large realizzati con rafia a frange. I gioielli erano firmati Coppola e Toppo.

Sharon Stone sul red carpet del Taormina Film Festival 2024

Daniele Venturelli/Getty Images

Il maxi abito pennellato di Antonio Marras per ricevere il Cariddi d'Oro

La stylist Paris Libby ha scelto un altro look ancora per ritirare il premio alla carriera: Sharon Stone si è presentata sul palco con un meraviglioso maxi abito firmato Antonio Marras, caratterizzato dalla linea asimmetrica delle spalle, con seta pennellata che ricorda l'amore per la pittura dell'attrice, e con voluminose piume come elemento décor.

Sharon Stone per ritirare il premio Cariddi d'Oro

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«Mi sono dovuta fermare, ma ho avuto poi l’opportunità di recuperare»

La vita di Sharon Stone scandita soprattutto da esperienze, amicizie, traumi, fama globale, successo, cadute, come ha raccontato nel suo libro di memorie, The Beauty of Living Twice, con la consapevolezza sempre di far sentire la propria voce e rialzarsi, nei ruoli di attrice, nel mettersi alla prova, scardinando tabù e pregiudizi, oltre la propria bellezza.

Perché oltre al famigerato Basic Instinct di Paul Verhoeven (anno 1992) e al personaggio ambiguo della scrittrice e psicologa Catherine Tramell, che la impose al mondo, c’è molto altro. Personaggi e storie perfetti, per raccontare donne-coraggio, forti, vulnerabili, preda di dipendenze e fragilità, avvolte oltremodo da dimensione umana, carisma, sensualità. Come in Casinò di Martin Scorsese, che la portò al Golden Globe come miglior attrice e alla nomination all’Oscar, o The Mighty, nel remake di Gloria di Cassavetes, diretta qui da Sidney Lumet, nei panni della pistolera Ellen nel western  Pronti a morire, senza dimenticare il debutto-comparsa grazie a Woody Allen in Stardust Memories. «Sono grata in primis di essere sopravvissuta all’emorragia cerebrale», racconta. «Mi sono dovuta fermare, ma ho avuto poi l’opportunità di recuperare».

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La pittura come svolta: presto la mostra a Roma

«L’arte è sempre stata importante», sottolinea la stessa Stone, che nel frattempo è diventata pittrice, con mostre in giro per il mondo, la prossima a Roma. «Dipende da che impatto ha su te come individuo. Io mi considero un artista 360, attrice, scrittrice, pittrice, prendo lezioni di canto, anche se non sono andate benissimo, come ballerina invece sono abbastanza brava. Sono cresciuta in mezzo alla letteratura, alla pittura: quando mi sono trasferta da giovanissima a New York, come modella già dipingevo. La recitazione ha sottratto tempo alla mia passione, col Covid ho poi ricominciato»

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Sesso e sessualità

«Quello che posso dire è di tornare a vedere il sesso sul grande schermo come qualcosa di più naturale. Oggi c’è una maggior presenza di donne, scrittrici, che operano di più e rappresentare quello che hanno scritto. Il sesso è come l’aria, non deve essere visto in maniera sporca».

Ma Sharon Stone e anche, e molto, il suo vissuto personale, pieno oltremodo dolori, amarezze, prove drammatiche: l’aneurisma (aveva 43 anni) che l’ha quasi resa in fin di vita nel 2001, il lungo ricovero, la riabilitazione il periodo buio, quasi d’oblio obbligato, dimenticata da molti, con carriera casa e famiglia spezzati, dalla scomparsa improvvisa dell’amato fratello Patrick, alla scoperta (recente) della sottrazione di quasi 18 milioni di dollari messi da parte, e rubati da malintenzionati. «Mi sono lasciata andare a una crisi, condizione, volevo cambiare, valeva la pena essere diversi, affrontare parti di noi che non funzionano, che c’hanno spinto a questo luogo di oscurità».

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Ogni volta, però, ha combattuto per ritrovare se stessa, la propria dignità e identità. Lo ha fatto attraverso la pittura, con esposizioni delle sue opere tra Berlino e San Francisco la condivisione senza filtri sui social, mostrandosi (ironica e commossa) tra la quotidianità, l’attualità e il lavoro, e anche, per merito, dei tre figli adottivi, ora già grandi, Roan Joseph Bronstein, Laird Vonne Stone e Quinn Kelly.

Ma lo ha fatto da donna impegnata, attivista, lottando per altri. Impossibile dimenticare la sua attività trentennale per sostenere la ricerca contro l’Aids durante i grandi eventi AmfAR al Festival di Cannes, a New York, laddove serviva la sua presenza appassionata, la necessità di essere in prima linea per i progetti di charity nel mondo, onorata di un Nobel Peace Summit Award, di uno Human Rights Campaign Humanitarian Award e della Medaglia d’Oro al merito della Croce Rossa Italiana. «Non credo sia un dovere delle persone famose dedicare il tempo alla beneficienza, questa è una cosa che dovrebbe essere sincera, da trovare dentro di se, ci sono persone portate in maniera responsabile, altre non trovano nel senso. Un conto è se vuoi sostenere, appoggiare gli altri, bisogna essere persone informate, colte, educate».

Le elezioni americane

L’ultima battuta è sulla guerra, ma è quella più importanza, riguarda la situazione che stiamo vivendo. Non pronuncia mai il nome di Donald Trump, ma lo evoca. «Grazie a Dio non sono un politico. Ogni paese attraversa periodi in cui qualcuno deve diventarne padrone, e dove molte provano a riprenderselo in maniera pacifica, o tramite momenti di guerra. Io sono una americana orgogliosa, amo il mio paese, ovviamente sono profondamente preoccupata, è la prima volta assistiamo a qualcuno che si candida basando tutto da una piattaforma di odio e oppressione. Non saremo i primi o gli ultimi, ma l’America deve continuare a difendere valori come l’ indipendenza, coraggio e dignità». Basically Sharon Stone, in fondo il concetto di resilienza, parte da quel nome.