Il matrimonio di Francesco Mondadori e Ludovica Bonini a Milano. L'abito da sposa e la tiara appartenute ad Anna Gastel
La cerimonia civile si è tenuta a Villa Litta. Per il ricevimento gli sposi hanno scelto due location davvero uniche. Quella del party? Lo storico Bar Jamaica, dove si sono conosciuti
Il matrimonio di Francesco Mondadori e di Ludovica Bonini è stato davvero speciale. Innumerevoli sono stati i momenti emozionanti durante la giornata, anche per chi ha vissuto con loro parte della loro vita e del loro amore
Ludovica Bonini, la sposa, è una talentuosa stilista cresciuta tra le meravigliose sponde del lago di Como e Milano; Francesco Mondadori è un imprenditore specializzato in start-up, con un cognome indissolubilmente legato alla città di Milano e alla storia industriale italiana, essendo figlio dell’editore Leonardo Mondadori, nipote del celebre Arnoldo, fondatore dell’omonima casa editrice.
Ludovica e Francesco si conoscono a Milano, al Bar Jamaica in via Brera nel 2008: «Io avevo 21 anni mentre Francesco 25», racconta Ludovica «da Como mi ero appena trasferita a Milano per studiare all’Università Cattolica. Il nostro primo incontro è stato casuale e proprio nel mitico Bar Jamaica. Francesco, infatti, in quel periodo stava pochissimo a Milano e viaggiava continuamente per il mondo perché sognava di lavorare nel mondo della musica Hip Hop americana». Francesco torna stabilmente a Milano a dicembre 2008 e il mese successivo si fidanza con Ludovica. Fin da subito si dicono che la loro storia d’amore non sfocerà in un matrimonio, perché nessuno dei due ha questa necessità; sia i genitori di Ludovica che quelli di Francesco si erano separati, e ciò allontanava i due dall’idea del matrimonio.
«È Francesco che nel corso degli anni matura l’idea di sposarsi, io ero rimasta della mia idea iniziale e mi stava bene così», continua Ludovica, «fino al viaggio che abbiamo fatto per festeggiare i nostri 10 anni insieme, in Rajasthan, quando Francesco mi ha chiesto di sposarlo». È in quella magica atmosfera, in pieno deserto, che Francesco fa la proposta a Ludovica, regalandole un prezioso anello disegnato da lui stesso e realizzato con alcuni diamanti presi dai gioielli appartenuti a sua nonna e a sua madre.
Nel 2020 i due iniziano a organizzare il matrimonio e pensano come location perfetta la masseria di Francesco in Puglia. Quando però arriva il covid sono costretti ad annullare tutto e a posticipare il matrimonio fino al 2024, scegliendo come luogo la città in cui si sono innamorati, Milano. Ludovica nel frattempo ha lanciato la sua linea di abiti, MammaMia Couture, realizzando ogni anno decine di abiti da sposa, per cui la sua prima necessità era quella di fare un matrimonio che avesse qualcosa di diverso rispetto alle spose che incontra ogni giorno e rispetto alle decine di amici che ha visto sposarsi negli anni.
La cerimonia civile che unisce Ludovica e Francesco si svolge a Villa Litta a Milano, luogo prediletto dal Manzoni per i suoi studi, ma poco comune per le cerimonie civili, e la scelta dei testimoni ricade sui rispettivi fratelli degli sposi, Filippo Mondadori e Federico Bonini, mentre un ruolo importante nella cerimonia è per Guido Taroni, famoso fotografo e amico d’infanzia di Ludovica che per l’occasione le fa un dono prezioso e inaspettato.
«Io realizzo continuamente abiti da sposa ma è tradizione che nessuna sarta possa toccare il proprio abito nuziale. Sono cresciuta con Guido e con sua madre, Anna Gastel, recentemente scomparsa, e proprio per questo Guido mi ha proposto di indossare per le nozze l’abito nuziale di sua madre e anche la preziosa tiara di famiglia che sempre sua madre indossò il giorno delle sue nozze nel 1984». Per Ludovica è un onore ma anche un pezzo della sua vita e della sua infanzia che porta con sé. Come per Francesco che sceglie il sarto varesino che fin da ragazzo realizza i suoi abiti, abbinato però alle immancabili sneakers di cui è grande collezionista. Divertentissimo l’ingresso delle damigelle su una mini Lamborghini giocattolo bianca con il cuscino delle fedi appoggiato sull’alettone come poco consueto ma molto apprezzato dagli invitati è stato il luogo del ricevimento.
«Per la prima parte abbiamo scelto un luogo effettivamente insolito ma che ci divertiva e al contempo fosse poco impostato», continuano Francesco e Ludovica «abbiamo optato un’ex cooperativa edificatrice ora divenuta “L’osteria del biliardo” dove abbiamo portato gli amici più intimi e i parenti più stretti». La mise en place è curata dalla mamma della sposa che pensa a un effetto molto rustico e all’italiana, con tovaglie a scacchi bianche e rosse, piatti di porcellana con coccinelle dipinte e fiori made in Como. L’ atmosfera creata, a metà tra un film di Wes Anderson e “Romanzo criminale", con quell’aria tipica della Milano degli anni ’70, ha divertito tanto gli ospiti che si sono lanciati anche in sfide di biliardo, canti e danze.
La festa è poi finita dove tutto è iniziato, al Bar Jamaica in Brera. Lì Ludovica ha indossato un secondo abito, questa volta creato da lei. L’allestimento del tavolo dei dolci è stato realizzato dalla sorella di Francesco, Martina Mondadori, nei colori e nei motivi della rivista e brand da lei fondati, Cabana. Danze, musica e dolci hanno concluso la serata con i tanti amici che hanno festeggiato l’amore di Ludovica e Francesco, dove tutto è iniziato ma dove tutto continua a essere.
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