Berlino, un itinerario d’arte tra i musei e le gallerie della città

Se avete in previsione un viaggio a Berlino: ancora pochi giorni per vedere la mostra di Isa Genzken alla Neue Nationalgalerie. Da lì parte, poi, un percorso tra le mostre più belle della capitale tedesca
Berlino le mostre di novembre  dicembre 2023
Agnes Denes: Wheatfield, 1982© Foto: John McGrail / Courtesy Agnes Denes and Leslie Tonkonow Artworks + Projects

Weekend a Berlino, per voi un itinerario d'arte

Spesso monumentali e provocatorie, realizzate quasi sempre mescolando materiali eterogenei tra di loro, le opere di Isa Genzken riflettono la complessità del mondo contemporaneo, sfociando non di rado nell’assurdo e nell’esagerato. Avviene così che uno dei simboli di Berlino, il bel volto della Nefertiti conservato al Neues Museum, venga da lei proposto in chiave contemporanea con occhiali da sole; o che un portafrutta in metallo funga da scintillante copricapo di un manichino mascherato. E anche se Isa Genzken: 75/75, la grande mostra retrospettiva a lei dedicata alla Neue Nationalgalerie che fa da sfondo a queste immagini, si è conclusa il 27 novembre, giorno del settantacinquesimo compleanno dell’artista, l’edificio-capolavoro di Mies van der Rohe rimane comunque un ottimo punto di partenza per un itinerario d’arte a Berlino.

Due mostre imperdibili ci attendono infatti al piano interrato del museo, considerato uno degli esempi massimi di architettura modernista al mondo: la prima, Extreme Tensions, dedicata ai conflitti e alle tensioni dal dopoguerra fino agli anni 90, racchiude opere appartenenti in gran parte alla collezione permanente, tra le quali si segnalano lavori di Marina Abramović, Rebecca Horn, Francis Bacon, Agnes Denes (foto d'apertura) e Andy Warhol.

Francis Bacon , Portrait of Isabel Rawst standing in a streetJörg P. Anders. Courtesy Nationalgalerie.

La seconda,100 Works for Berlin, è dedicata invece all’opera del visionario artista tedesco Gerhard Richter, stimato come uno dei massimi esponenti dell’arte astratta mondiale, nonché ex collaboratore e compagno di vita di Isa Genzken.

Gerhard Richter, Abstraktes BildRichter Kunststiftung ©Gerhard Richter 2023

Si prosegue alla volta del vicino Gropius Bau, dove ci attende General Idea, un’imponente retrospettiva dedicata all’omonimo collettivo canadese fondato a Toronto nel 1969, noto per l’uso di satira e umorismo come strumenti di critica della società dei consumi, dei mass media, delle disuguaglianze sociali e dell’omofobia.

Il collettivo General Idea alla Gropius BauLuca Girardini

Sul fronte delle gallerie, tra le mostre più attese del mese vi è sicuramente Game of Life (dal 15 dicembre) di Andreas Greiner presso la Dittrich & Schlechtriem. Per l’occasione l’artista metterà in scena un gruppo di Intelligenze Artificiali, diverse per carattere e aspirazioni, e lascerà che dialoghino tra di loro di varie faccende, tra cui quella non proprio banale di organizzare un esodo in massa dal pianeta Terra.

Lo stesso giorno si inaugura anche When the body says Yes di melanie bonajo (scritto in minuscolo, così ha scelto l’artista), presso Fotografiska Berlin, il nuovo museo per la fotografia berlinese, inaugurato lo scorso settembre sull’esempio del Fotografiska di Stoccolma. Pezzo forte della mostra, un lavoro video in cui bonajo riunisce un gruppo di persone queer di varia provenienza allo scopo di far vivere loro una trasformativa e intima esperienza di contatto fisico.

Melanie Bonajo, “Big Spoon.” Still from When the body says Yes. Commissioned by the Mondriaan Fund.Foto courtesy of the artist & AKINCI

I video d’arte, grande trend dei nostri anni, sono protagonisti anche alla Fondazione Julia Stoschek, dove un’ampia mostra collettiva sull’interfaccia tra performance e video, intitolata Performance as Rupture, prende in esame come diverse generazioni abbiano fatto uso del corpo davanti alla telecamera per rifiutare e dissacrare, spesso anche con ironia, le ideologie e le narrazioni oppressive imposte dall’alto.

Fondazione Julia Stoschek,

L’ironica mostra The Handbag Must Be Alive, presso 68projects, ci porta invece niente meno che all’interno di un’immaginaria borsa da signora, che il pittore Philip Grözinger popola di un caotico e poetico insieme di figure e creature immaginarie. Da non lasciarsi sfuggire nemmeno I’M ALIVE?, la prima mostra personale a Berlino dell’artista e designer Bryant Giles presso Schlachter 151. Noto per esplorare temi come il razzismo e il clima sociale attraverso opere visive complesse, Giles è apprezzato anche per il suo lavoro di design, che negli anni lo ha portato a disegnare abiti per Nike, Hermès e The North Face, e accessori per Gucci, Chanel e Louis Vuitton, caratterizzati da un design minimalista e raffinato.

Bryant Giles, “Missing” 2023Courtesy Schlachter 151

Camera Work, considerata la più importante galleria di fotografia contemporanea di Berlino, presenta invece Storytelling, una mostra personale che raccoglie venticinque scatti in maxi formato del fotografo d’arte David Yarrow. Concepite come fotogrammi di film dalla trama complessa e mai realizzati, le foto di Yarrow  affrontano spesso la storia delle origini degli Stati Uniti e le sue implicazioni fino ai giorni nostri, così come fenomeni contemporanei come il recente ritorno d’interesse per Barbie.

Si conclude in bellezza con una visita alla Feuerle Collection, una piccola perla del panorama museale berlinese ancora sconosciuta ai più. Inaugurata nel 2016 all’interno di un claustrofobico bunker di cemento risalente al Terzo Reich, la collezione ospita mobili laccati cinesi e antiche sculture Khmer, intervallate, qua e là, da opere contemporanee. A renderla davvero unica, l’intima illuminazione degli spazi, cui si deve l’impressione che le sculture emergano dalle tenebre come creature di un sogno. Fino al prossimo 7 gennaio, la Feuerle presenta When Animals Become Art, una selezione di colorati lavori dell’artista giapponese Leiko Ikemura: un sottobosco variopinto di sculture raffiguranti animali, spesso ibridi e immaginari, inframmezzate a morbidi peluche. Se si è in città il primo sabato del mese, d’obbligo prenotare una rilassante seduta di bagno di gong all’interno del museo, con la quale – sdraiati supini sotto lo sguardo di ieratici buddha e guerrieri cambogiani in pietra – ricalibrare tutti i chakra dopo tanto girovagare tra musei, collezioni e gallerie.

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