Charles Leclerc, il predestinato, fa la storia vincendo il Gran Premio di Monza

Tra rivalità in pista, nuove sfide e… gelati, ritratto di un campione “bravo ragazzo”. Pronto per il prossimo record
Charles Leclerc ritratto del pilota Ferrari che ha vinto a Monza
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Il “principe” di Monaco Charles Leclerc vince anche a Monza. E incarna sempre più con emozione il volto nuovo di Ferrari, in pista così come sui set di moda e sui social

Charles Leclerc - protagonista della copertina di maggio 2024 su Vogue Italia - continua con la sua tradizione di vittorie significative: l'ultima, in ordine di tempo, il 1° settembre nel Gran Premio d'Italia a Monza, in seguito a una gara sbalorditiva dove il monegasco ha sbaragliato la concorrenza grazie a un'arguta strategia (che ha compreso una sola sosta di pit stop) e il sostegno del collega Sainz, che nel giorno del suo 30esimo compleanno l'ha “protetto” dagli avversari. Leclerc arriva così primo in un circuito su cui i pronostici erano apertissimi e lo fa consegnando alla storia la Ferrari: la scuderia inanella il 820esimo podio ed è il primo costruttore a vincere a Monza per ben 20 volte. Soddisfazione massima per lo stesso pilota, che non vinceva dal precedente grand prix di Monaco e ha ottenuto così la settima vittoria in carriera (la seconda a Monza).

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Charles Leclerc col trofeo del Gran Premio d'Italia a Monza il 1° settembre 2024Stefano Guidi/Getty Images

L'emozione a Monaco

«Questa è per lui perché era il nostro sogno vincere qui»: Leclerc ha gli occhi lucidi quando dedica la vittoria al Gran Premio di Monaco, il 26 maggio, al padre scomparso nel 2017. Una vittoria celebrata con il principe Alberto II che gli consegna la coppa, anche lui commosso ed emozionato, vedendo questo ex bambino del principato ora sul podio. Lo stesso Leclerc si butta in acqua, festeggia, e anche il giorno prima aveva tentato di esorcizzare l'emozione, visto che lo davano super-favorito, mangiando pizza e andando a letto tardi. Tutto il contrario della routine tipica, insomma, ma che gli è valso la vittoria in un Gp iniziato con una falsa partenza ma poi filato tutto liscissimo, in cui il suo dominio non è mai stato messo in discussione. D'altronde non vinceva un gran premio dal 2022, questa è stata la sua grande rivincita.

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Charles Leclerc col principe Alberto alla vittoria del Gp di MonacoClive Rose/Getty Images

Che Charles Leclerc fosse un predestinato lo si sapeva anche prima che Sergio Marchionne, presidente di Ferrari nel 2018, puntasse gli occhi sul di lui. Quando il destino è una strada segnata fin dalle prime gare con i kart durante l’infanzia, poi plasmata nei campionati di Formula 2 nel fiore dell’adolescenza, la vittoria diventa la sola risposta all’unica domanda concessa ai fuoriclasse: quando? Così, con la faccia da bravo ragazzo e la furia del cavallo selvaggio, nella scuderia di Maranello il giovane pilota monegasco (è nato proprio a Montecarlo nel 1997) ha costruito il suo principato grazie a talento e sacrificio: la gavetta alla Ferrari Driver Academy nel 2016 prima, il campionato di Formula 2 vinto nel 2017 poi, rappresentano le chiavi per il suo esordio in Formula 1, che è l’Olimpo delle stelle a quattro ruote.  Come non ricordare il Gran Premio d’Australia del 2022, gli hat-trick e i grand chelem in cui Leclerc ha dimostrato di potersi prendere tutto: pole position, vittoria, giro veloce e gara in testa dal primo all'ultimo giro.

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Ma anche un predestinato deve sottostare agli eventi perché, come insegna il filologo Vladimir Propp, in ogni fiaba «la successione degli avvenimenti ha le sue leggi». E le leggi della Formula 1, fatte di vittorie veloci e sconfitte incise sull’asfalto, sono spesso più forti delle previsioni e dei pronostici. È dal 2007 che la Scuderia di Maranello spera nella riconquista di un titolo mondiale e il suo Team Principal, Frederic Vasseur, sta smuovendo le acque per riportarla in cima. A sferzare l’aria in questo 2024 è stato l’annuncio dell’addio al pilota madrileno Carlos Sainz, al suo ultimo anno in casa Ferrari. Al suo posto verrà ingaggiato Lewis Hamilton, il pilota britannico che, coi suoi 40 anni e la tanta esperienza pregressa, contribuirà a ricostruire la gloria del Cavallino.

Intanto, nell’attesa di vedere all’opera i nuovi dioscuri della Ferrari, in questi mesi Leclerc sta respirando molta ansia nel paddock mentre il suo compagno uscente colleziona traguardi: dietro di lui sul podio del Gran Premio di Australia, scalzato invece nel circuito di Suzuka, parlando del suo compagno alla vigilia dell’ultimo Gran Premio della Cina, Leclerc non ha avuto timore di ammettere: «Sta semplicemente lavorando meglio di me, sta a me lavorare adesso […]. Lui sta guidando ad un livello molto alto, e credo sia un bene per la squadra». I veri campioni sanno anche vivere di umiltà e onestà.

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Leclerc con la fidanzata Alexandra Saint MleuxArnold Jerocki/WireImage/Getty

Del resto un predestinato non è mai facile tracciare i confini della rivalità, specialmente quando si fa strada nella stessa scuderia: «Il secondo posto mi è sempre interessato poco, io voglio vincere» dice Leclerc. Ma poi gli anni passano e, con essi, anche l’ambizione cambia, matura come una monoposto che si adatta al circuito. La rivalità storica con l’olandese Max Verstappen, pilota di casa Red Bull, è diventata intrattenimento: come dimenticare i sorpassi e i controsorpassi sulla pista di Sakhir nel 2022, ma anche le sfide a freno duro per non concedere al rivale di utilizzare il boost del DRS - l’alettone posteriore usato per favorire il sorpasso – sulla pista di Gedda! Sembrano passati anni luce dal campionato WSK Euro Series del 2012, quando lo scontro fra i due, allora entrambi 15enni, non si limitò a una serie di tentativi di sorpassi e colpi bassi, ma anche di invettive verbali fuori pista. Oggi la rivalità giovanile si è trasformata in quel grande dualismo che nella Formula 1 è subito mito.

Fuori dal paddock, invece, Leclerc trova il suo equilibrio in altri universi. Nella moda, per esempio, è diventato il volto che incarna il sodalizio di Casa Maranello con Armani iniziato nel 2020. Allora, per la sua prima campagna pubblicitaria, Leclerc è stato protagonista della collezione Made to Measure dello stilista, rappresentando appieno la visione del tailoring di Armani: «Ha un volto fresco e una fisicità scattante che il mio Made to Measure esalta e accompagna» ha detto di lui re Giorgio. Da allora il "principe" monegasco ha saputo pilotare anche il suo personal branding in parallelo alla crescita della brand reputation del Cavallino. A due anni dal suo arrivo, Ferrari era tra i marchi più forti secondo Brand Finance. Lo stilista Rocco Iannone ha imbracciato l’onda, creando una linea di abbigliamento luxury e facendo del marchio italiano più iconico al mondo un fresco punto di unione fra tradizione e innovazione.

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Leclerc sfila al Amber Lounge Fashion Show a Montecarlo nel 2019Mark Thompson/Getty Images

Giovanissimo, Leclerc si è fatto portavoce di questo codice estetico, attirando un target di giovanissimi appassionati. Complice il suo feed Instagram, dove alterna total look della collezione Ferrari a backstage nel paddock e istantanee di vita reale, mostra la sua passione per gli accessori jewlery e i look più casual spalmati su una palette dove il rosso Ferrari si alterna a cromie marine o più scure, a seconda delle stagioni. Per Leclerc il personal branding non è mai qualcosa recepito passivamente, ma va perseguito con impegno ed eccellenza, come in una gara.

Con lo stesso spirito, infatti, il pilota ha lanciato una sfida anche nel mondo del food, con il suo nuovo brand Lec: «Quando ho iniziato a ragionare al progetto, lo stimolo è partito pensando a realizzare qualcosa di nuovo, che non esisteva» ha detto presentando il suo gelato healthy, realizzato con i sodali Federico Grom e Guido Martinetti, fondatori di Grom, e con il proprio manager Nicolas Todt: «Adoro il gelato, ma devo stare molto attento». Nomen omen, Lec rappresenta a suo modo la visione che Leclerc ha della vita, che deve sempre mantenere il proprio gusto per definirsi tale. Forse è questo il segreto per gestire tutto in uno spazio pressato dalla competizione come quello della Formula 1. Soprattutto se sei cresciuto col difficile ruolo del predestinato.

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