Nike riscrive il concetto di vittoria nella sua nuova campagna

In vista delle Olimpiadi 2024 atleti LeBrown James, Bebe Vio e Serena Williams spiegano cosa significa vincere per loro
Bebe Vio
Bebe Vio

Nella nuova campagna Nike, i grandi atleti ribadiscono cosa significa voler vincere. Basta inseguire i traguardi con dedizione, sacrificio, passione e rispetto

Nike ha presentato al mondo la sua nuova campagna di brand che, pensata in vista delle Olimpiadi 2024 di Parigi, porta con sé il motto** Winning Isn't for Everyone**. Dato che per secoli abbiamo dato per assodato che l'importante è partecipare, il noto marchio sportivo vuole riallacciarsi allo stile audace e irriverente delle sue pubblicità storiche per proporre uno storytelling che sia d'ispirazione per gli atleti ma che al contempo faccia pensare un po' tutti: “vincere non è per tutti” è il messaggio che vuole ridefinire cosa significa avere una mentalità vincente.

Winning Isn't for Everyone continua l'eredità di oltre 50 anni di Nike rivolgendosi a una generazione completamente nuova, spingendo ad abbracciare la ricerca dell'eccellenza, che significa soprattutto inseguire e realizzare i proprio sogni. Il messaggio non potrebbe essere più chiaro: chiunque può essere un vincitore, basta volerlo. Lo sport e la ricerca di un obiettivo, come per esempio la vittoria, sono un monito che può ispirare persone di ogni estrazione, provenienza, possibilità. Non una vana illusione e traguardi inarrivabili o imposti dall'esterno, bensì la convinzione che servano grinta, determinazione, sacrificio e passione come motori per realizzare qualsiasi aspirazione.

Ecco il motivo per cui Winning Isn't for Everyone non è solo una campagna, ma anche un manifesto che celebra gli atleti e la loro mentalità vincente, l'esempio che ci hanno regalato per spingerci a essere migliori e soprattutto l'eredità che tramandano, o stanno ancora costruendo. E dato che il successo non è una coincidenza casuale, ma è invece costruito con l'impegno e la dedizione, bisogna anche ricordarsi che non c'è nulla di sbagliato nel voler vincere (ovviamente, in pieno spirito olimpico, nel rispetto degli avversari e nell'ambito di una sana competizione).

Sono tanti i volti che animano questa nuova campagna, che si articola anche e soprattutto sui social, a partire dal compianto Kobe Bryant. Il grande campione di basket ha ispirato a tutta la sua vita a un grande concetto: «The goal is to win», l'obiettivo è vincere. Assieme a lui tanti altri nomi eccellenti dello sport, fotografati anche dall'obiettivo di Nico Therin, Anthony Blasko e Chris Anderson: LeBron James, Giannis Antetokounmpo, Serena Williams, Sha'Carri Richardson, Sophia Smith, la nostra campionessa Bebe Vio, Qinwen Zheng, Jakob Ingebrigtsen, la star del calcio Cristiano Ronaldo, A'ja Wilson, Ixhelt Gonzalez, Victor Wembanyama, Vini Jr., Sabrina Ionescu e Eliud Kipchoge.

Cosa rappresenta, per questi campioni, la vittoria? Il fenomeno Nba Victor Wembanyama, per esempio, si dice «dipendente dalla vittoria», perché ogni traguardo ne contempla subito un altro. La donna più veloce del mondo Sha'Carri Richardson ricorda bene cosa si prova a perdere: è proprio da lì che deriva il suo desiderio di vincere, perché non vuole provare mai più quella sensazione. E poi lui, re LeBron: «Finché scenderò in campo, cercherò di essere il più grande di sempre». Eccolo lo sprone definitivo, a essere ogni giorno la versione migliore e più volenterosa di sé.

Una curiosità, poi: a narrare il film che accompagna l'inno Winning Isn't Anything, diretto da Kim Gehrig, è l'apprezzatissimo attore Willem Dafoe, anche lui un campione e un vincente a tutti gli effetti, che grazie alla sua voce infonde ancora più spessore e prospettiva a questo messaggio. «Am I a bad person?», sono una cattiva persona?, si chiede in modo ironico a nome di tutti coloro che, per inseguire il sogno di vittoria, non esitano a ribadire le proprie qualità e il proprio talento.

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