La moda sostenibile che ci ispira nel 2024: brand, idee, collezioni e progetti speciali
Una ricerca di Humana e IPSOS, intanto, ha mostrato il rapporto tra le generazioni e la sostenibilità in termini di consumo
La moda sostenibile del 2024 tra capsule collection e occasioni di formazione e consapevolezza per un futuro migliore
Se siete appassionati di moda sostenibile, l'estate è un momento in cui approfondire le proprie conoscenze attraverso libri ad hoc e attraverso i podcast dedicati e i film ma anche attraverso i documentari, tra delusione e speranza. Ma nel settore ci sono buone notizie tutte da leggere, capsule collection da indossare e occasioni da non perdere (anche d'estate).
Cresce la domanda di una filiera tessile sempre più trasparente, tracciabile e sostenibile: ecco cosa emerge dalla ricerca di Humana people to people e IPSOS “Second hand, first choice?”, presentata alla Fondazione Sozzani di Milano. «Ciò che il mondo della moda ha comunicato fino ad oggi rispetto al proprio impegno in termini di sostenibilità (o meglio quello che le persone hanno percepito), sembra essersi sedimentato nella mente del consumatore, che infatti intravede uno sforzo rispetto a tematiche ambientali come l’utilizzo di tessuti e packaging più sostenibili. L’impatto della moda in termini di inquinamento è, però, ancora sottovalutato; infatti, solo l’11% lo considera uno dei settori più inquinanti, mentre colloca al primo posto il settore dell’automotive. Al contrario, sembra esserci ancora molto lavoro da fare nell’ambito della sostenibilità sociale: quasi 1 consumatore su 2 vorrebbe che le aziende del settore si impegnassero maggiormente per tutelare la salute e la sicurezza dei suoi addetti», ha commenta Silvia Andreani, Luxury, Fashion e Beauty Officer Ipsos, svelando i risultati dello studio. Lo studio rivela anche come il 31% degli intervistati dichiara di conoscere la moda circolare mentre grande passione sembra crescere in tema di pre-loved e vintage: il mercato del second hand ha come attore principale la GenZ, al primo posto tra le generazioni per percentuale di acquirenti, 26%, e di venditori (10%). Inoltre, dall’indagine emerge che, il 29% degli intervistati dichiara di essere attivo nella vendita dei propri capi di abbigliamento, mentre una percentuale più alta (47%) si dedica esclusivamente all’acquisto. La maggior parte degli acquisti riguarda abbigliamento generico (72%) e borse (27%) e per il 63% riguarda marchi non di lusso, rispetto ai marchi di lusso (37%). Dove si acquista usato? Ne negozi fisici, ai mercatini e alle fiere di riferimento, preferiti dal 79% degli intervistati, rispetto agli acquisti online (39%) e alle piattaforme dedicate (31%).
Leggete anche: Her Age è il sito per lo shopping vintage che non ti aspetti, dove scovare perle rare
Lanciata nel 2021, The Sustainability Pledge è la piattaforma di convocazione per avanzare a livello globale verso un settore dell'abbigliamento e delle calzature più tracciabile, trasparente e sostenibile. Ne fanno parte membri provenienti dal mondo accademico, dalla società civile, dalle organizzazioni internazionali, dai fornitori, dai produttori e dai rivenditori, che si impegnano in azioni di tracciabilità e trasparenza in tutti i continenti e lavorano insieme alla futura legislazione per regolamentare l'industria dell'abbigliamento. Le lezioni apprese negli ultimi tre anni dall'iniziativa "The Sustainability Pledge" sono state discusse durante l'evento "Vision & Visibility: Scaling Transparency" alla Triennale di Milano. L’evento ha riunito oltre 200 partner per una giornata di sessioni aperte e workshop durante la quale UNECE ha inoltre lanciato la sua "Community of Practice", mirata a promuovere le migliori pratiche e soluzioni comuni di sostenibilità per il settore. Gli obiettivi principali di questa comunità includono la condivisione dei progressi sui risultati relativi agli impegni, il test di indicatori di tracciabilità e trasparenza selezionati (KPIs), il contributo alle attività di sensibilizzazione per il Sustainability Pledge e il coinvolgimento in consultazioni multi-stakeholder e iniziative pertinenti. La giornata-evento è stata anche l'occasione per svelare il "The Sustainability Pledge 3-Years Monitoring Report", un rapporto completo che presenta i risultati delle attività di monitoraggio condotte nell'ambito dell'Appello all'Azione dell'UNECE, noto proprio come come Sustainability Pledge.
Si chiama ‘Storia di una maglietta’ il libro prodotto dalla FAO a partire da una favola ideata da Matteo Ward e WRÅD con i disegni di Lorenzo Terranera, illustratore e scenografo, e con il supporto editoriale di Susanna Mattiangeli, autrice di testi per bambini. L'obiettivo del libro, che fa parte di una collana che la FAO promuove dal 2016, è quello di ispirare bambini e bambine a riconoscere il vero valore dei vestiti e per stimolare una sensibilità ecologica e sociale sin dai primi anni di vita.
«La serie di libri di attività ‘junior’ della FAO esplora sfide globali legate al lavoro della FAO, come la malnutrizione, la produzione sostenibile e il cambiamento climatico, con uno stile narrativo divertente e coinvolgente per i bambini. Attraverso questi racconti, desideriamo ispirare i più piccoli affinché diventino protagonisti del cambiamento ed eroi dell'alimentazione attraverso semplici azioni e scelte quotidiane» ha affermato Clara Vélez Fraga, Responsabile del team di Outreach e Promozione della FAO.
La protagonista di ‘Storia di una maglietta’ è Celestina, una maglietta che, svegliatasi in una discarica di vestiti dove era stata gettata per via di un buchino sul tessuto, deve ritrovare la strada per tornare a casa dai genitori, che alla fine si scoprono essere due fiori, i fiori del cotone. I bambini ripercorrono a ritroso la strada della maglietta scoprendone le fasi di produzione e riflettendo sul valore dei vestiti e delle risorse in generale e sulla necessità di non sprecare e di riciclare.
«Come non butteremmo mai nel cestino una bottiglietta piena d’acqua o un pezzo di pane, così il libro vuole ispirare una nuova generazione di leader ad attivarsi per evitare che vengano buttati via capi di abbigliamento che fanno uso di ingredienti che possono sostenere la vita sulla Terra. Tra una maglietta e un pezzo di pane, cambia la forma ma non la sostanza» aggiunge Matteo Ward, co-founder di WRÅD e FAO Food Hero.
Nel libro vi sono numerose attività ed esperimenti - dalla costruzione di un telaio all'upcycling di una maglietta per combattere lo spreco: le attività e i giochi proposti verranno lanciati a ottobre 2024 in occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione e promosse attraverso i 130 uffici della FAO nel mondo, ma anche portate nelle scuole della rete della FAO e del team formativo di WRÅD. È possibile scaricare il libro ‘Storia di una maglietta’ in versione digitale dal sito della FAO in italiano e inglese, mentre presto sarà tradotto in altre 7 lingue perché possa essere distribuito in 200 paesi nel mondo.
Sempre ai bambini è stata dedicata una nuova iniziativa di Sea Beyond, il programma educativo che dal 2019 promuove la preservazione dell’Oceano voluto dal Gruppo Prada, a Venezia, nei giorni in cui si è svolta la prima conferenza delle Nazioni Unite dedicata all’educazione all’oceano, nel corso della quale è stata sottoscritta la “Venice Declaration for Ocean Literacy in Action” che vuole far comprendere meglio il valore degli oceani all'umanità e preservare le culture
dell’oceano in tutto il mondo. Nel pomeriggio della seconda giornata di conferenza, infatti, oltre 80 bambini e ragazzi di Venezia hanno sperimento la Sea Beyond Ideas Box attraverso un percorso didattico fatto di workshop tematici legati all’oceano condotti dai SEA BEYONDers, supportati dalle educatrici della sede italiana di Biblioteche Senza Frontiere. Maya Gabeira, Big Waves Surfer e UNESCO Champion for Ocean and Youth, ha coinvolto i piccoli visitatori nella lettura del suo prossimo libro in uscita a inizio agosto “Maya Makes Waves”, edito da Abrams; Titouan Bernicot,
fondatore e CEO di Coral Garderners e National Geographic Explorer, ha invece portato i
bambini alla scoperta dei giardini di coralli che coltiva a Tahiti; Giovanni Chimienti,
biologo marino e National Geographic Explorer, ha mostrato le straordinarie caratteristiche
degli ecosistemi di profondità attraverso la forza delle immagini sottomarine; Valentina
Gottlieb, environmental advocate e attrice, ha realizzato una lezione di meditazione
ispirata ai movimenti dello yoga e delle onde; Carmelo Isgrò, biologo e fondatore del
MuMa Museo del Mare di Milazzo, ha intrattenuto i piccoli ospiti con una “sciarada” degli
animali che vivono il mondo marino o abitano in sua prossimità. Per il Gruppo Prada questo appuntamento è stato un ulteriore passo di un progetto molto più ampio dedicato agli oceani: ne è una prova, ad esempio, il documentario svelato nel primo giorno di conferenza, realizzato dal Gruppo Prada e da UNESCO-IOC e dedicato al progetto dell’“Asilo della Laguna”
Lorenzo Bertelli, Executive Director del Gruppo Prada e Patron of the Ocean Decade
Alliance, ha commentato: «Oggi è un giorno importante, scandito dai dieci punti della
Venice Declaration, che auspichiamo alimenti il dibattito sull’importanza dell’educazione
all’oceano e sulla necessità di agire, e ci traghetti con entusiasmo e spirito positivo fino
alla prossima conferenza di Nizza».
Scopri nella gallery in aggiornamento tutte le notizie di moda sostenibile del 2024
Su Vogue.it potete leggere anche:
- Cos'è il lavoro dell'Archivista e perché è prezioso in un brand, come ci ha svelato Canada Goose
- Moda sostenibile: la strategia di sostenibilità di Canada Goose
- Gli abiti vintage sono tra le passioni di Zendaya, presentatrice al Met Gala 2024
- La guida definitiva di Vogue al vintage
- Riciclo abiti usati, vi siete mai chiesti come funziona?
- Il guardaroba del 2030 sostenibile: cosa conterrà?
- Le borse vintage che sono tornate di moda (e che continuano a farci sognare)
- I mercatini vintage dove vanno gli editor di Vogue e gli appassionati di moda
- 6 brand di maglieria ecologica in cui investire ora
- Come salvare il pianeta?
- Come comprare in modo più consapevole: 3 esperti spiegano come fare
- Vestiaire Collective entra nel guardaroba dei fashion insider
- La moda sostenibile del 2023 che ricorderemo
- Tutti i podcast di moda sostenibile da conoscere