Fidanzarsi con il proprio migliore amico: quanto è importante l'amicizia in una relazione?

È proprio necessario che il partner sia anche nostro amico? Esiste differenza tra l'amicizia e un legame sessual-affettivo?
Dermot Mulroney e Julia Roberts ne Il matrimonio del mio migliore amico
Dermot Mulroney e Julia Roberts ne Il matrimonio del mio migliore amico (1997)©TriStar Pictures/Courtesy Everett Collection

Fidanzarsi con il proprio migliore amico: fino a che punto l'amicizia è importante in una relazione?

“Ho sposato il mio migliore amico”, oppure “Sto con il mio migliore amico da dieci anni”, o ancora, “È meraviglioso fidanzarsi con il proprio migliore amico”… È il genere di didascalia che spesso, su Instagram, accompagna immagini idilliache di coppie eterosessuali sprizzanti felicità da ogni poro della pelle. Viene da chiedersi quale sia la differenza tra un amico e un partner sentimentale. Secondo la psicologa Bárbara Tovar, l'amicizia è auspicabile in una relazione sessual-affettiva, mentre tra due amici il desiderio non è necessario. Questo è, a giudizio dell'esperta, il punto di partenza per tracciare una distinzione fra le due categorie. Un approccio con cui la sessuologa Juncal Martínez sostanzialmente concorda: «La differenza tra un migliore amico e un fidanzato risiede in quel desiderio dell'altro che coinvolge anche il corpo, ovvero la sessualità, i baci, gli incontri erotici...».

Dall'amicizia all'attrazione e viceversa? Non sempre

In base all'evoluzione del rapporto di coppia, possiamo distinguere fra due tipi di relazione: «La prima inizia con l'amicizia», spiega Tovar. «Nel rapporto sono presenti una sintonia psicologica, una forte intesa reciproca e un calore che vanno a rafforzare il legame. E quest'ultimo, alla fine, si sviluppa in una storia d'amore. Il secondo tipo di relazione è quello che inizia, invece, con l'attrazione fisica e porta al desiderio sessuale. Gradualmente, questo può evolversi – ma non è detto che succeda – in una relazione sessual-affettiva».

Dermot Mulroney e Julia Roberts ne Il matrimonio del mio migliore amico (1997)©TriStar Pictures/Courtesy Everett Collection
L'oggettificazione del partner

Questo secondo modello, come anticipato, non è necessariamente destinato a trasformarsi in un legame affettivo, eppure tendiamo a percepirlo non solo come la norma, ma anche come il genere di relazione più desiderabile. Secondo Tovar, ciò si spiega con una sorta di condizionamento culturale, all'origine del quale sono le storie di cui abbiamo fruito attraverso la letteratura, il cinema e la televisione: «Questa narrazione generalizzata ha finito per creare un cliché culturale ormai radicato nella nostra percezione comune», spiega la psicologa.

Un cliché in cui l'altro è in un certo qual modo spersonalizzato: «Nei film, così come nelle canzoni, l'altro non è un partner reale, ma una proiezione dei nostri desideri», continua Tovar. «Lo vediamo come un oggetto, non come un nostro pari». Ed è proprio questo il problema, l'assenza di quella vulnerabilità condivisa che si crea invariabilmente tra amici o partner uniti da legami di affetto. «La connessione psicologica, la fiducia, la lealtà e l'armonia che l'amicizia comporta arricchiscono in modo significativo il rapporto di coppia», fa notare Martínez.

Se la passione cala e l'amicizia cresce

Con il passare del tempo, il fattore “passione” tende a pesare di meno nella relazione, mentre tutto ciò che rientra nell'ambito dell'amicizia si espande. «La crescita del sentimento di amicizia tra i partner è un fatto positivo, anche se questo avviene in modo indirettamente proporzionale rispetto alla passione», afferma Martínez. «Così, infatti, il rapporto si consolida, dando vita a un legame duraturo».

Bruno Kirby e Carrie Fisher in Harry ti presento Sally (1989)©Columbia Pictures/Courtesy Everett Collection
Tutti i legami affettivi sono importanti

Ma allora è necessario che il nostro ragazzo sia anche il nostro migliore amico? Non esattamente. Il fatto di avere un migliore amico è qualcosa di prezioso di per sé e non dovrebbe entrare in competizione o essere confuso con altri generi di legami affettivi. «Dovremmo celebrare l'amicizia, valorizzarla, perché tutti i legami affettivi sono importanti, qualunque sia la loro espressione», afferma Martínez.

Per illustrare la sua tesi, la sessuologa cita un genere di situazione con cui le capita spesso di avere a che fare in studio e che dimostra come le emozioni, incluse quelle passionali, facciano parte di qualsiasi tipo di relazione, indipendentemente dall'etichetta che le viene affibbiata: «Molte delle mie clienti adolescenti si dicono preoccupate di perdere le loro amiche quando il loro rapporto si fa tossico, ma, per lo stesso motivo, manifestano anche la paura di esprimere la loro opinione», racconta. «Credo che in un'amicizia nascente possa emergere la vulnerabilità, persino la passione».

Ritrovarsi nelle differenze

Si direbbe quindi che la chiave di tutto sia amarsi bene, sviluppare un legame durevole basato sul rispetto delle differenze tra noi e il nostro partner: «E ritrovarsi in quelle differenze, in quella vulnerabilità, tanto nelle amicizie quanto nel rapporto di coppia», aggiunge Martínez. «Perché ogni relazione umana consiste nell'aprirsi all'altro. E quando, all'improvviso, iniziano a manifestarsi quelle emozioni che di solito non sono presenti nei rapporti di amicizia, ecco che allora, forse, le cose cambiano. Lasciamo che ognuno costruisca la propria relazione sentimentale dandole il nome che preferisce».

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Questo articolo è stato pubblicato originariamente su Vogue Spain.