INTERVISTE

Chi è Niccolò Pasqualetti? Oggetti e concetti da maneggiare con cura

È tra i protagonisti della mostra “Fashion Panorama – The Italian New Wave” ed è l'unico italiano tra i finalisti dell'LVMH Prize: lo abbiamo incontrato a Parigi e ci ha raccontato il dietro le quinte della collezione autunno inverno 2024 2025
Niccolò Pasqualetti
Diane Betties

Dietro le quinte di un mondo: l'intervista a Niccolò Pasqualetti, l'unico italiano tra gli otto finalisti dell'LVMH Prize 2024.

Incontrando Niccolò Pasqualetti si ha la sensazione che nel suo mondo ci siano oggetti e concetti da maneggiare con cura. È come se, nello spazio che ha creato, ci siano cose pesanti - o che sembravano esserlo - che diventano via via più leggere con lo scorrere del tempo. Riuscire ad arrivare agli altri, sentirsi compresi, plasmare un immaginario in cui ci si riconosce senza essere l'unico che riesce a farlo: una questione di contrasti, stonature e dissonanze, affinità elettive e connessioni emotive. Fondamentalmente è una questione di alchimia. Ed è come se a custodire tutto questo fossero delle perle di legno, tra gli elementi che identificano la collezione autunno inverno 2024 2025. Nella sua estetica gli accessori diventano sculture, l'astrazione è materica, radicata, reale, la ricerca è profonda e quasi ossessiva: è uno spazio in cui Constantin Brâncuși potrebbe incontrare Le Corbusier, Rick Owens o Rei Kawakubo. Niccolò Pasqualetti ha fondato il suo brand a San Miniato, in provincia di Pisa, tre anni fa, ma vive a Parigi da quando lavorava nell'ufficio stile di Loewe. Nel 2021 ha vinto il premio dedicato ai gioielli di Who is on Next?, recentemente è stato tra i protagonisti di "Fashion Panorama – The Italian New Wave", oggi è uno dei finalisti dell'LVMH Prize - è l'unico italiano, e non è la prima volta che viene selezionato nel concorso.

Niccolò Pasqualetti autunno inverno 2024 2025

Diane Betties

Niccolò Pasqualetti autunno inverno 2024 2025

Diane Betties

Eri già stato selezionato tra i semifinalisti dell'LVMH Prize nel 2022. Oggi sei uno degli otto finalisti. Che effetto fa essere di nuovo “in pista”? Come stai?

È bello avere di nuovo un'opportunità come questa. Sono cambiate tante cose in questi due anni: siamo cresciuti molto, ma so che l'identità di Niccolò Pasqualetti - come brand - è rimasta immutata. Credo che sia arrivato il momento di fare ulteriori passi in avanti, e questo mi rende davvero felice. Ho la sensazione che la mia ultima collezione, la autunno inverno 2024 2025, riesca a essere percepita come desideravo. La dimensione della creazione, dell'immaginazione, della sperimentazione può esistere anche quando si osserva e si vuol raccontare la vita reale.

Cosa c'è in questa collezione?

Questa collezione è un viaggio nel tempo. È una sorta di bolla in cui i capi icona del guardaroba italiano - blazer, cappotti, giacche - coabitano con un'estetica rinascimentale e una sperimentazione materica dai tratti futuristici. È come se i classici smettessero di essere classici pur conservandone la cura sartoriale, l'attenzione ai dettagli e l'approccio atemporale. Alle gonne e ai pantaloni manca il cavallo, il cappotto dal taglio maschile è privo di maniche e l'orlo è tagliato a vivo, la pelle è lavorata come carta stropicciata dall'effetto metallico. Ci sono le sculture di John Chamberlain - che hanno ispirato i gioielli, pezzi unici fatti a mano - ma c'è anche qualcosa di David Bowie, ci sono gli anni Sessanta e Settanta (nell'uso di materiali poco convenzionali) ma ci sono anche il Cinquecento e il Seicento, c'è il denim riciclato ma ci sono anche tessuti couture come il tweed e il pelo di volpe (sintetico ovviamente). È un po' come se una ricca signora borghese, stanca di indossare sempre i soliti classici del guardaroba, avesse deciso di tagliarli o indossarli al contrario, in preda a un attacco di pazzia.

Niccolò Pasqualetti autunno inverno 2024 2025

Diane Betties

Niccolò Pasqualetti

Cécile Bortoletti

Niccolò Pasqualetti

Cécile Bortoletti

Cosa ti ha guidato nella ricerca e nella costruzione dei capi?

Un accurato studio dei drappeggi: volevo capire in che modo riuscissero a plasmare la struttura di un abito. E poi ho lavorato molto sui tagli, sui materiali, sulle texture. È stato un po' come attraversare la storia della moda, epoca dopo epoca: mi sono sentito libero.

Cos'è la moda nel vocabolario di Niccolò Pasqualetti? Come hai capito che ti appartiene?

La moda è indissolubilmente legata alla vita ed è un qualcosa di estremamente personale, riguarda le esperienze di ognuno di noi. L'ho scelta proprio perché è ciò che più si avvicina al corpo, aderisce materialmente a quello che siamo ma ci permette anche di far capire agli altri chi siamo o chi vorremmo essere. Sono sempre stato attratto dall'idea di giocare con i capi per raccontare al mondo la mia identità: da bambino mi divertivo a unire gli abiti dei miei genitori.

Qual è il lato più intimo dei capi che crei?

L'aderenza alla realtà. La cerco anche nell'astrazione. Mi piace provare tutti (o quasi) i capi delle mie collezioni, mi piace l'idea che le persone che conosco, che frequento, possano indossarli e sentirli propri. Quando creo penso proprio alle persone, senza concentrarmi su questioni di genere. È così da sempre.

Immagina di avere la possibilità di vestire qualcuno che nella realtà non puoi vestire. Chi sarebbe?

La pittrice statunitense Georgia O'Keeffe, mi ha sempre affascinato artisticamente e umanamente.

Qual è invece il cambiamento che ti piacerebbe vivere nella moda?

Vorrei che tutti ponessero più attenzione agli sprechi, evitando gli scarti e concentrandosi sul riutilizzo di materiali già immessi nella catena produttiva. È possibile, e non solo per le piccole realtà. Per noi è sempre stato fondamentale farlo.

Cosa cambierebbe se vincessi l'LVMH Prize?

C'è un enorme sforzo dietro ogni piccolo brand indipendente: siamo cresciuti molto negli ultimi anni, ma crescere con il supporto di una struttura come quella dell'LVMH Prize ci consentirebbe di avere basi più solide. Ci piacerebbe investire nel futuro per rendere Niccolò Pasqualetti un brand “senza tempo” nel panorama internazionale.

Niccolò Pasqualetti autunno inverno 2024 2025

Diane Betties

Cosa ti ha insegnato questo lavoro?

Mi ha insegnato che per rimanere integri bisogna saper dire di no. E - cosa non da meno - sto imparando il valore delle relazioni, dei rapporti. La moda non è il lavoro di una persona, ma di molti.

Qual è, secondo te, la parte più bella del fare moda?

Vestire le persone permette loro di essere. Sento una forte responsabilità da questo punto di vista, ma mi impegno molto a maneggiarla con cautela per avere un impatto positivo.

La collezione autunno inverno 2024 2025 di Niccolò Pasqualetti immortalata nel backstage: guarda tutti gli scatti

Niccolò Pasqualetti autunno inverno 2024 2025

Diane Betties

Niccolò Pasqualetti autunno inverno 2024 2025

Diane Betties

Niccolò Pasqualetti autunno inverno 2024 2025

Diane Betties

Niccolò Pasqualetti autunno inverno 2024 2025

Diane Betties

Niccolò Pasqualetti autunno inverno 2024 2025

Diane Betties

Niccolò Pasqualetti autunno inverno 2024 2025

Diane Betties

Niccolò Pasqualetti autunno inverno 2024 2025

Diane Betties

Niccolò Pasqualetti autunno inverno 2024 2025

Cécile Bortoletti

Niccolò Pasqualetti autunno inverno 2024 2025

Cécile Bortoletti

Niccolò Pasqualetti autunno inverno 2024 2025

Diane Betties

Niccolò Pasqualetti autunno inverno 2024 2025

Diane Betties

Niccolò Pasqualetti autunno inverno 2024 2025

Diane Betties