Simone Biles Rising, la docuserie (ora su Netflix) che svela i retroscena del ritiro da Tokyo 2020 della ginnasta americana e racconta il suo ritorno alla salute mentale. E alla gloria dell'oro olimpico
Lo scorso 30 luglio, Simone Biles ha conquistato l'oro con la sua squadra nella gara di ginnastica artistica alle Olimpiadi di Parigi 2024. La 27enne atleta statunitense sembra essersi definitivamente lasciata alle spalle i problemi che, com'è noto, l'avevano indotta al ritiro dai Giochi di Tokyo 2020. Una rinuncia, quella di quattro anni fa, che aveva lasciato il pubblico esterrefatto e che ora viene spiegata nella docuserie Simone Biles Rising: verso le Olimpiadi, i cui primi due episodi (sono 4 in totale) sono attualmente disponibili su Netflix. Questo primo capitolo ripercorre il drammatico addio di Biles ai Giochi di Tokyo, soffermandosi in particolare sui suoi problemi di salute mentale, il suo matrimonio, la sua famiglia e la determinazione con cui si è rimessa in piedi per tornare al successo e alla gloria.
«Devo affrontare vecchi demoni e fare ciò che è giusto, devo concentrarmi sulla mia salute mentale e non compromettere il mio benessere», aveva dichiarato Biles nel corso di una conferenza stampa dopo il suo abbandono, nel 2020. E in quell'occasione aveva aggiunto: «Anche noi [atleti] siamo esseri umani, dobbiamo proteggere la nostra mente e il nostro corpo, piuttosto che fare quello che il mondo si aspetta da noi». Una dichiarazione di intenti, quest'ultima, che la campionessa ha messo in pratica alla lettera, come mostra la docuserie di Netflix, raccontando la storia della sua rinascita, il percorso dalla depressione all'equilibrio psichico.
Nel corso di questi primi due episodi, vediamo Biles aprirsi senza reticenze, parlando del dolore per le critiche ricevute all'indomani del suo ritiro, degli abusi sessuali subiti (da parte dell'ex medico della nazionale di ginnastica Usa, Larry Nassar), e delle prime fasi della terapia, il tutto arricchito dalle testimonianze di chi le è stato vicino in quel periodo: il suo allenatore, i suoi compagni di squadra, i giornalisti… Se la trasparenza di Biles non sconfina mai nell'autocommiserazione, la docuserie, d'altro canto, è attenta nel ricordare allo spettatore che si sta parlando di una ginnasta dal talento straordinario, e lo fa attraverso le immagini del suo ineguagliabile palmarès e dei momenti più salienti della sua carriera. Ne emerge il ritratto di una campionessa a un tempo vulnerabile e potente, che incarna il problema comune a molti atleti, allenati per vincere ma non per affrontare le proprie emozioni.
L'uscita degli altri due episodi della docuserie è prevista in autunno. Nell'attesa, non ci resta che seguire le imprese di Simone Biles nelle prossime gare dei Giochi di Parigi 2024.
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente su Vogue France.